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 Qualche cifra: Immigrazione
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Alfaomega
nell'immesa distesa stellare .....

tao

Regione: Lazio
Citt�: tarquinia


464 Messaggi

Inserito il - 09/09/2007 : 15:08:30  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Pi� che altro questi appunti, copiati dal sito del Governo Italiano servono al sottoscritto per prendere coscienza del fenomeno dell'immigrazione, grazie al post di giorgio: http://www.angelinet.com/forum/default.asp?targetUrl=active.asp
Riporto in basso alcuni spunti per eventuali riflessioni tratte da un documento Pdf del G.I.:
http://www.governo.it/Presidenza/DICA/immigrazione/DPPI_04052005_2.pdf

SITUAZIONE DETENUTI IN ITALIA
Negli ultimi anni il numero dei detenuti extracomunitari presenti negli istituti penitenziari
del Paese � andato progressivamente aumentando, anche se il dato relativo all�anno 2003 ha
registrato una lieve diminuzione rispetto all�anno precedente.
Nello specifico negli anni 2000/2003 i detenuti complessivamente presenti sono stati:
Detenuti complessivamente presenti negli Istituti Penitenziari
Detenuti stranieri Detenuti italiani Totale detenuti Detenuti stranieri
in %
31.12.2000 15.582 37.583 53.165 29,3
31.12.2001 16.294 38.981 55.275 29,5
31.12.2002 16.788 38.882 55.670 30,2
30.06.2003 16.636 39.767 56.403 29,5
Fonte: �Rapporto Mensile sulla popolazione penitenziaria� pubblicato dall�Ufficio per lo sviluppo e la gestione del
Sistema Informativo Automatizzato � Sezione Statistica.



Nazionalit� dei detenuti stranieri presenti negli Istituti Penitenziari
31/12/2000 31/12/2001 30/06/2002 31/12/2002 31/06/2003
Var %2000-2003Distribuzione%31/12/2000Distribuzione%30/06/2003
Marocco 3228 3504 3810 3653 3692 14,4 20,7 22,2
Albania 2620 2674 2820 2751 2811 7,3 16,8 16,9
Tunisia 2029 2026 2066 2019 1954 -3,7 13,0 11,7
Algeria 1304 1449 1512 1456 1334 2,3 8,4 8,0
Ex Jug. 975 915 1286 1218 1238 27,0 6,3 7,4
Romania 722 690 753 958 989 37,0 4,6 5,9
Totale 15582 16294 17049 16788 16636 6,8 100,0 100,0
Fonte: Ministero della giustizia.




3.10) Tendenze delle politiche migratorie degli altri Paesi europei
Negli ultimi anni le politiche migratorie seguite dai singoli Paesi membri dell�Unione
europea si sono concentrate sul contrasto dell�immigrazione clandestina e sul controllo delle
frontiere, tendenza che si � trasposta anche sulle politiche comuni dell�Unione europea. Inoltre, gran
parte dei Paesi membri ha adottato, su base nazionale, un approccio convergente sui seguenti
aspetti: politiche di integrazione, che pongono una maggiore enfasi sull�apprendimento della lingua,
cultura e legislazione del Paese di accoglienza da parte degli stranieri; politiche dell�immigrazione
per lavoro, che aprono alcune nuove opportunit� di ingresso e fanno un maggior uso della
programmazione, anche attraverso quote; politiche dell�asilo, mirate a ridurre le domande
�pretestuose.�
a) Le politiche sul contrasto dell�immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere sono
state rafforzate in particolare in Gran Bretagna e Francia, che hanno chiuso il centro di accoglienza
a Sangatte, da cui partivano i tentativi di ingresso clandestino verso la Gran Bretagna tramite il
tunnel sotto la Manica.
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In Gran Bretagna il Governo Blair ha inoltre varato una nuova legge in materia di
immigrazione ed asilo, entrata in vigore all�inizio del 2003, che si propone di combattere
l�immigrazione clandestina attraverso criteri pi� rigorosi di esame delle richieste di asilo,
l�introduzione del reato di traffico e sfruttamento dell�immigrazione illegale e di sanzioni pi� severe
a carico dei datori di lavoro per le assunzioni degli immigrati �in nero�. Sono inoltre previsti
maggiori controlli sui matrimoni di comodo.
In Francia, la nuova legge sull�immigrazione approvata nel 2003, prevede l�estensione da 12
a 32 giorni del periodo di permanenza massima degli stranieri clandestini nei centri di trattenimento
in attesa di espulsione. Viene inoltre introdotta la rilevazione delle impronte digitali nei visti
turistici per i cittadini non comunitari e per tutti gli stranieri che richiedono un permesso di
soggiorno. Potranno inoltre essere create �zone di attesa� provvisorie nel luogo in cui dovessero
avvenire degli sbarchi. Allo stesso tempo sono state previste attenuazioni per la cd.�doppia pena�
(pena detentiva, seguita da espulsione) per coloro che hanno un forte legame con la Francia
(familiari di cittadini francesi, residenti di lunga durata, persone nate o cresciute in Francia).
In Spagna, � stata approvata nel 2003 una riforma della normativa vigente (Ley de
Extranjeria del 22.12.2000), che rafforza il sistema di vigilanza elettronica contro gli sbarchi di
clandestini (il SIVE o Sistema Integrato di Vigilanza Esterna) situato sulle coste meridionali del
Paese, introduce una regolamentazione pi� rigida in tema di ricongiungimento familiare, potenzia i
centri di trattenimento per gli irregolari e mira ad intensificare le attivit� di rimpatrio. Viene inoltre
stabilito l�obbligo per le compagnie aeree di cooperare con le Autorit� spagnole nella lotta
all�immigrazione illegale, segnalando il mancato uso del biglietto di ritorno da parte di cittadini
extracomunitari, pena sanzioni pecuniarie estremamente elevate.
In Germania � stata approvata nel 2004 una nuova �legge sull�immigrazione e l�integrazione
degli stranieri�, a modifica della vigente �Legge sugli Stranieri� del 1990. Per le persone che non
hanno titolo a risiedere nel Paese e che devono pertanto essere rimpatriate, � previsto l�obbligo di
residenza in particolari strutture sino al momento dell�espulsione. La dichiarazione di false
generalit�, ed in generale i comportamenti volti ad ostacolare la propria identificazione,
comporteranno la decadenza da ogni diritto di soggiorno. Ulteriori misure sono state aggiunte per
poter espellere gli stranieri sospettati di attivit� terroristiche.
In Portogallo, la nuova legge sull�immigrazione, in vigore dal febbraio 2003, si muove in
un�ottica di armonizzazione con le direttive e gli orientamenti comunitari e prevede inoltre un
regime di sanzioni pi� severo in relazione al traffico di esseri umani e all�immigrazione illegale.
Infine, non viene pi� previsto il rilascio di �autorizzazioni di permanenza� (Autoriza�ao de
Permanencia), un permesso di soggiorno atipico che il Portogallo ha concesso, nel biennio 2001-
2003, per �regolarizzare� gli immigrati irregolari.
b) Le nuove politiche dell�integrazione richiedono agli stranieri che desiderano risiedere nei
Paesi europei uno sforzo di adattamento e di inserimento nelle societ� di accoglienza, in particolare
in termini di apprendimento della lingua, delle sue leggi ed istituzioni.
La nuova legge francese prevede l�introduzione di un �contratto di integrazione� per i nuovi
entrati, basato su corsi di apprendimento del francese e sullo studio dei �valori della societ�
francese�. Il certificato conseguito alla fine di questi corsi d� accesso ad un permesso di residenza
decennale, mentre per coloro che non ottengono il certificato il permesso potr� essere solo annuale.
In Germania, la nuova legge sull�immigrazione abbassa da 16 a 12 anni l�et� massima per i
ricongiungimenti dei figli minori che non possano provare di avere sufficiente conoscenza della
lingua tedesca, ritenendo che oltre tale et� non vi siano sufficienti garanzie per l�integrazione del
minore nella societ� tedesca. Non sono stabiliti limiti di et� per il ricongiungimento dei figli minori,
ove lo straniero sia titolare di un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ovvero goda dello
status di rifugiato, o se l�ingresso del minore avviene contestualmente a quello del suo nucleo
familiare. Particolare accento viene posto sull�integrazione dei nuovi immigrati non comunitari, per
i quali � nel caso in cui il livello di conoscenza del tedesco viene ritenuto insufficiente � � previsto
l�obbligo di frequenza di corsi di lingua e cultura tedesca.
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La Gran Bretagna intende introdurre, nella procedura per l�acquisizione della cittadinanza da
parte di stranieri, un test di storia e istituzioni britanniche, che permetta di verificare la conoscenza
di alcuni principi chiave del sistema politico e legale del Paese.
In Austria, dal 2003, gli stranieri non comunitari arrivati dopo il 1998 devono dimostrare
una conoscenza base del tedesco, oppure seguire dei corsi di lingua. Il Governo contribuisce a
finanziare una parte del costo dei corsi, ma se lo straniero non riesce a superare il test di lingua,
dopo quattro anni pu� essere revocato il permesso di soggiorno. Sono esentati da questo obbligo gli
studenti ed i professionisti con le proprie famiglie.
c) Allo stesso tempo sono state aperte nuove possibilit� di ingresso per lavoro, in particolare
per alcune categorie particolarmente richieste dal mercato del lavoro locale ed anche attraverso una
politica di programmazione basata su quote.
La Gran Bretagna, che gi� permetteva l�ingresso per lavoro stagionale durante l�estate agli
studenti del Commonwealth, ha significativamente ampliato le possibilit� di ingresso basate sulle
esigenze del mercato del lavoro. E� stata stabilita una lista di professioni per le quali risulta difficile
il reclutamento di personale in loco (elettronica, tecnologia dell�informazione e comunicazione e
settore sanitario): in tali casi l�ingresso viene garantito con immediatezza. Dal 2001 un sistema a
punti senza quote favorisce l�ingresso di lavoratori dipendenti o autonomi altamente qualificati. Nel
2002, 120.000 persone sono state ammesse nel paese per lavoro con permessi di breve durata e
116.000 hanno ricevuto l�autorizzazione di installarsi in maniera permanente. A maggio del 2003 il
governo britannico ha inoltre introdotto una quota annuale di 20.000 ingressi per lavoro non
qualificato, per coprire dei posti per i quali i datori di lavoro possono dimostrare di non essere
riusciti a reperire personale in loco. Questi lavoratori devono avere tra i 18 ed i 30 anni e la quota
viene resa disponibile progressivamente in tre tappe durante l�anno, per evitare un troppo rapido
esaurimento della stessa.
Dal 2000, la Germania ha introdotto quote programmate di ingresso per lavoratori stranieri
nel settore dell�alta tecnologia, cui viene consentita una permanenza temporanea nel Paese. Il
progetto di riforma normativa sull�immigrazione mantiene tale corsia preferenziale per l�ingresso di
lavoratori extracomunitari altamente qualificati, oltre a infermiere e lavoratori agricoli stagionali.
Viene anche facilitata la permanenza di giovani stranieri al termine del loro periodo di studio in
Germania.
Come l�Austria, la Spagna mantiene un sistema di programmazione per quote. La legge
sull�immigrazione spagnola richiede inoltre che il cittadino extracomunitario sia in possesso di un
valido contratto di lavoro per ottenere il rilascio del visto d�ingresso nel territorio nazionale. La
residenza permanente pu� essere concessa allo straniero che abbia risieduto in Spagna regolarmente
ed in forma continuativa per almeno cinque anni. Il progetto di riforma in materia migratoria
introduce un visto d�ingresso di tre mesi per i cittadini extracomunitari, che consentir� - per detto
periodo - la permanenza in Spagna ai fini della ricerca di un posto di lavoro, limitatamente al caso
dei discendenti di cittadini spagnoli o di lavoratori impiegati in settori per i quali vi � una forte
richiesta da parte del mercato del lavoro.
In Portogallo, la legge sull�immigrazione del 2003 ha introdotto un sistema di quote annuali
di ingresso e facilitazioni per gli stranieri che intendano svolgere attivit� di ricerca scientifica.
d) Per quanto riguarda le politiche in materia di asilo, le legislazioni dei Paesi europei
riflettono la comune preoccupazione di ridurre le domande �pretestuose�, per scoraggiare il ricorso
allo strumento dell�asilo politico a scopi migratori.
L'immigrazione in Gran Bretagna si presenta in gran parte sotto forma di richieste di asilo
politico. Nel 2002, su un totale di circa 180.000 immigrati nel Regno Unito, oltre 110.000
risultavano appartenere alla categoria dei richiedenti asilo. E' stata pertanto varata una politica di
contenimento, i cui punti salienti sono i seguenti :
90
� creazione di campi di accoglienza per i richiedenti asilo, per evitare la loro dispersione nel Paese
durante le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato;
� introduzione del concetto di �safe country�, concernente i dieci Paesi europei di recente ingresso
nell�UE (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia,
Slovacchia, Slovenia), pi� un'ulteriore lista aggiuntiva di 17 Paesi. La domanda di asilo
proveniente da cittadini di tali Stati sar� ritenuta �ipso facto� manifestamente infondata;
� rigetto delle domande presentate dopo una prolungata permanenza all�interno del Regno Unito,
e quindi non alla prima occasione utile alla frontiera;
� valutazione pi� attenta nella concessione del cosiddetto permesso di residenza per motivi
umanitari (exceptional leave to remain), rilasciato in genere a chi, pur non avendo diritto al
riconoscimento dello status di rifugiato, viene ritenuto meritevole di protezione internazionale.
Si � registrata una consistente riduzione del numero delle domande di asilo presentate in Gran
Bretagna nel corso dell�anno. Per il primo semestre del 2003 il totale � di poco superiore alle 25.000
unit�.
In Germania, dal giugno 1993, � in vigore una legge pi� restrittiva, che stabilisce procedure
semplificate per la trattazione delle domande d�asilo, gi� al posto di frontiera. In particolare, � stato
introdotto il cd. gruppo dei �Paesi sicuri�, ritenuti idonei a garantire un livello sufficiente di tutela.
Anche il nuovo progetto di legge si muove nella medesima prospettiva.
In Francia, � in corso di approvazione un progetto di legge in materia di asilo, la cui principale
innovazione consiste nell�istituzione di un�unica istanza responsabile in materia di esame delle
domande di asilo (OFPRA - Office Fran�ais de Protection des R�fugi�s et Apatrides). Viene inoltre
introdotto il concetto di Paesi terzi �sicuri�, ma non l�automatico rigetto senza istruttoria delle
domande dei richiedenti asilo da essi provenienti. Le Prefetture potranno comunque rifiutare
l�autorizzazione di soggiorno a richiedenti asilo che provengano da tali Paesi, ma dovranno
trasmettere la relativa domanda al predetto OFPRA, ove la trattazione di questo tipo di richieste
seguir� una procedura accelerata.


4.2 ) Alunni e studenti stranieri in scuole e universit� italiane
Si sta delineando una scuola delle cittadinanze, europea nella sua ispirazione, radicata in
un�identit� nazionale, capace di valorizzare le tante identit� locali, ma al contempo di far dialogare
la molteplicit� delle culture entro una cornice di valori universali. L�aumento progressivo, negli
ultimi anni, del numero di alunni che non hanno cittadinanza italiana pone l�accento sul carattere di
stabilit� assunto dal fenomeno immigratorio ed evidenzia la necessit� di una pianificazione delle
risorse e degli interventi. La scuola rappresenta il principale canale di integrazione dei minori
immigrati. Costituisce non solo un luogo privilegiato per la trasmissione e la costruzione di modelli
culturali, ma anche un ambito importante di incontro e di confronto, di interazione e di scambio, un
laboratorio di inclusione sociale e di convivenza civile.
Dal 1983 ad oggi, gli alunni stranieri non hanno mai smesso di aumentare, con un ritmo che
� cresciuto notevolmente a partire dall�anno scolastico 1996/97. Nel 2000/01 gli alunni stranieri
erano 147 mila 406 (+28mila rispetto l�anno precedente), per diventare 282.683 nel 2003/4. Tra il
2000 ed il 2004 il numero di alunni stranieri � raddoppiato.
Tra i Paesi di provenienza guidano la classifica: Albania, Marocco, ex Jugoslavia e
Romania, ma � ben rappresentato anche il resto del mondo. Tra i banchi siedono alunni provenienti
da 191 dei 195 Stati del pianeta. Le province italiane con le pi� alte percentuali di stranieri sono
Mantova (9,32%), Prato (9,85%) e Reggio Emilia (8,70%).
L�immigrazione in Italia si fa sempre pi� stabile, aumentano i ricongiungimenti familiari,
sono stati quasi 400.000 al 31 dicembre 2001 pari al 28,9% del totale dei permessi di soggiorno e il
tasso di natalit� tra gli stranieri � il doppio del dato della popolazione italiana. Ogni 20 nati in Italia
uno � un bambino straniero (4,8% del totale). Ma l�incidenza sale al 7,3% nel Nord (1 ogni 14 nati).
Il Ministero dell�istruzione stima che nel 2010 il numero di alunni stranieri dovrebbe essere
compreso tra 488 e 566 mila, per arrivare nel 2017 a circa 710 mila.


4.11) Lotta alle discriminazioni
Su questo fronte, il Dipartimento per le pari opportunit� � intervenuto, di recente, per
integrare, in modo significativo, il quadro normativo di riferimento.
Si segnala, infatti, che � stata recepita, con decreto legislativo 9 luglio 2003, n�215, la
direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parit� di trattamento fra le persone
indipendentemente dalla razza e dall�origine etnica, in un ambito di applicazione dai confini estesi
comprendenti il settore pubblico e privato, lo svolgimento del rapporto di lavoro, la protezione
sociale, l�assistenza sanitaria, le prestazioni sociali, l�istruzione e l�accesso a beni e servizi. Il
decreto fa, inoltre, salve tutte le disposizioni vigenti inerenti le condizioni di ingresso, soggiorno e
accesso all�occupazione, all�assistenza e alla previdenza dei cittadini nei Paesi terzi e degli apolidi
nel territorio dello Stato e le disposizioni che prevedono differenze di trattamento basate sulla
nazionalit�.
Il decreto offre una precisa definizione di discriminazione diretta e indiretta, prevede la
giustificazione di alcune discriminazioni, disciplina i meccanismi di tutela giurisdizionale da
attivare anche attraverso associazioni ed enti, iscritti in appositi elenchi, cui � stata riconosciuta la
legittimazione ad agire.
Il provvedimento garantisce alla persona vittima di un comportamento discriminatorio una
tutela giurisdizionale ampia e completa, consentendole di esperire o l�azione disciplinata dall�art. 44
del testo unico dell�immigrazione o il tentativo di conciliazione. Nel caso di accoglimento del
ricorso il soggetto discriminato potr� ottenere il risarcimento del danno anche non patrimoniale, la
cessazione del comportamento discriminatorio, nonch� la rimozione degli effetti ad esso collegati.
Rispondendo alle sollecitazioni del diritto comunitario, il decreto, inoltre, istituisce presso il
Dipartimento per le pari opportunit� l�Ufficio per la promozione della parit� di trattamento e la
rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull�origine etnica, quale presidio di
riferimento per il controllo e la garanzia della parit� di trattamento e dell�operativit� degli strumenti
di tutela.
A questa nuova struttura sono affidati compiti specifici di assistenza alle vittime di
comportamenti discriminatori nei procedimenti intrapresi da queste ultime sia in sede
amministrativa che giurisdizionale; di promozione di azioni di sensibilizzazione e campagne di
comunicazione; di incentivazione di studi, ricerche, corsi di formazione e scambi di esperienze,
anche in collaborazione con le associazioni e organizzazioni che operano nel settore.
Il decreto legislativo in esame prevede, inoltre, sia istituito un albo cui possono iscriversi le
associazioni che hanno un�esperienza consolidata nella materia della lotta alle discriminazioni.
117
4.12) Mediazione culturale
Negli ultimi anni i mediatori culturali hanno svolto un ruolo importante per la facilitazione dei
processi di integrazione sociale e culturale degli immigrati soggiornanti in Italia. Questa figura
professionale dovr� sempre di pi� favorire il rapporto tra i cittadini stranieri e le istituzioni
pubbliche. La loro presenza, dall�accoglienza agli sbarchi, al supporto agli operatori italiani, alla
funzione di orientamento e informazione sui diritti, all�attivit� di educazione interculturale e
sostegno nei confronti di alunni stranieri o dei pazienti stranieri, comporta competenze diversificate
rispetto ai diversi contesti. Se nel settore della pubblica sicurezza e della giustizia il mediatore
accompagna lo straniero nelle procedure che legittimano la sua presenza regolare in Italia o che
sanzionano la violazione di determinate norme, in ambito sociale, sanitario, scolastico, il mediatore
facilita il processo di integrazione dello straniero, agendo come facilitatore nei rapporti con le
istituzioni e come agente di pari opportunit�, mediatore di squilibri nell�accesso ai servizi.
Le crescenti esigenze di mediazione culturale da parte delle amministrazioni e le esperienze
realizzate in questi anni, suggeriscono per il futuro l�adozione di modalit� diversificate per la
collaborazione del mediatore, dal servizio a chiamata alla presenza fissa. La �convenzione a
chiamata�, cio� tramite stipula di convenzione con singoli mediatori o associazioni che attuano un
servizio di mediazione linguistico�culturale intervenendo �su chiamata� dell�istituzione in caso di
bisogno pu� rispondere ad esigenze contingenti e temporalmente limitate o a servizi con utenza
ridotta, mentre la �presenza fissa� potrebbe rispondere meglio ai bisogni delle questure, delle
carceri e di ospedali di grandi citt� dove la presenza di stranieri appartenenti a determinate
nazionalit� � elevata e costante. Sotto questo profilo, l�azione dei mediatori dovrebbe essere
sostenuta da una standardizzazione dei percorsi formativi e dal riconoscimento di specifiche
competenze professionali, da disciplinare a livello normativo nazionale.
Un�esperienza positiva in tal senso che pu� rappresentare un modello di riferimento, � quella
del �Programma operativo nazionale per la Sicurezza e lo Sviluppo del mezzogiorno d�Italia�. Tale
iniziativa prevede, nell�ambito di un rapporto di collaborazione con le Regioni interessate, la
costituzione di una rete di mediatori culturali che operino all�interno di un nucleo di interventi
finalizzati a circoscritti processi di accoglienza e di integrazione.
___________________

Anche se trattasi di un bel volumotto di 120 pag., mi sembra che risalti all'occhio una situazione fotografata di anni che furono, fino al 2003/04. Credo che oggi le statistiche siano diverse ma non troppo, e quello che invece � scontato che gli stati europei, ognuno a suo modo hanno affrontato l'emergenza immigrazione con relative leggi pi� o meno restrittive pi� o meno valide.A me non sta giudicare, ovvero lo potrei anche fare ma la situazione dei fatti rimarrebbe tale.

La mia storia � racchiusa dentro una goccia di acqua immersa nelle fluttuose cascate della vita.

Modificato da - Alfaomega in Data 09/09/2007 15:15:58

Alfaomega
nell'immesa distesa stellare .....

tao


Regione: Lazio
Citt�: tarquinia


464 Messaggi

Inserito il - 09/09/2007 : 15:49:19  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Altra fonte della Caritas, di cui si pu� leggere un riassunto � reperibile a questo indirizzo:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/Caritas/sintesi_dossier.pdf

CARITAS/MIGRANTES
Immigrazione
Dossier Statistico 2006
X V I R a p p o r t o s u l l � i m m i g r a z i o n e

Allego la prima mezza paginetta:

IL CONTESTO INTERNAZIONALE
Un mondo globalizzato, un mondo di migranti
Dei 6 miliardi e mezzo di abitanti del pianeta solo
960 milioni risiedono nei paesi a sviluppo avanzato. Vi
sono in India 35 citt� con pi� di un milione di abitanti
e altre 45 in Cina, delle quali gli occidentali difficilmente
conoscono il nome. Anche di questa popolazione
lontana e dei suoi bisogni la mobilit� �, a suo modo,
un�espressione. 1 miliardo e 400 milioni di persone
vivono con meno di due dollari al giorno e 192 milioni
sono i disoccupati. Solo in Cina sono 400 milioni gli
abitanti al di sotto della soglia di povert�. Dividendo la
ricchezza prodotta per il numero degli abitanti, ogni
persona dovrebbe ricevere annualmente 9.250 dollari
ma le cose non stanno in questi termini: si va dai
5.200 dollari spettanti ai Paesi in via di sviluppo ai
32.600 dollari dei paesi a sviluppo avanzato, dai 1.100
dollari dell�Africa Subshariana ai 27.500 dollari dell�Unione
europea e ai 40.750 dollari del Nord America.
Di queste differenze i flussi migratori sono un regolatore,
anche se non l�unico.
Questi dati di contesto aiutano a capire perch� nel
mondo vi siano 191 milioni di immigrati, di cui 20
milioni richiedenti asilo o rifugiati, ai quali si aggiungono
� secondo stime - 30-40 milioni in situazione
irregolare e 600-800 mila persone vittime della tratta.
Il flusso migratorio diventer� ancora pi� intenso quando
i migranti dalle aree a maggiore pressione demografica
(tra le quali l�Africa Subsahariana) disporranno di
maggiori mezzi per spostarsi e sottrarsi cos� all�attuale
stato di disperazione. La necessit� di promuovere maggiormente
lo sviluppo in loco
, che costituisce un investimento
a lungo termine
, lascia in essere la necessit�
dei flussi migratori
, che rappresentano una valvola di
sfogo indispensabile in un contesto di globalizzazione.
Gli Stati Uniti sono il primo protagonista in questo
scenario non solo sul piano produttivo ma anche come
area di massima immigrazione.
Anche la Cina � tra i principali protagonisti del
nuovo mondo globalizzato, con la diffusione dei suoi
prodotti e con una collettivit� di 34 milioni di persone
all�estero, che assicurano un gettito di rimesse di 21,3
miliardi di dollari l�anno.
L�Italia si inserisce in tale contesto non solo per l�esportazione
dei suoi prodotti, ma anche per il fatto che
all�estero vivono pi� di 3 milioni di cittadini italiani e
pi� di 60 milioni di oriundi, e anche per essere diventata
ormai da decenni un�area di grande immigrazione
con un ritmo d�aumento sensibilmente sostenuto. Come
evidenziato alla presentazione del �Rapporto Italiani
nel Mondo�, la mobilit�, anzich� un condizionamento
negativo, deve essere considerato un fattore di affermazione

La mia storia � racchiusa dentro una goccia di acqua immersa nelle fluttuose cascate della vita.

Modificato da - Alfaomega in data 09/09/2007 15:54:34
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Angelo
AI PIEDI DEL MAESTRO


Regione: Piemonte
Prov.: Torino
Citt�: Torino


1559 Messaggi

Inserito il - 09/09/2007 : 19:35:54  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Benissimo questi dati confermano proprio la neccessit� di una politica
d'integrazione che consenta l'usufrutto dei diritti civili,una diversa impostazione dei sistemi d'educazione scolastica,e una vigilanza contro forme di fruttamento sociale,sia criminale,e sia criminale-legale.

Bisogna puntualizzare una cosa,l'aumento degli stranieri nelle carceri,chiaro che l'aumento della popolazione carceriaria come si avince dai datti teste citati e fisiologicamente porpozionale a l'aumento degli stessi sul piano nazionale,non significa certamente che la massima parte delinque.

Sairam
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