Spiegazioni e insegnamenti

Arrivammo al luogo dell'incontro
che il sole era già al tramonto.
I viaggiatori della luce non si fecero molto attendere:
riconoscemmo Raffaele,
e con lui erano Firkon,
Orthon, Kalna e Ilmuth.

Si avvicinarono.

Ci salutarono con molto calore.
Ci sedemmo sull'erba.
Vedevamo di lassù la valle e, in fondo, il mare.
Dietro di noi, a pochi metri,
iniziavano gli alberi del bosco.

Raffaele volse lo sguardo a Firkon e compresi
che lo invitava a prendere la parola:

«Quando vi diciamo che le nostre astronavi percorrono lo spazio »,

cominciò subito Firkon con la vivacità che gli era caratteristica,

« non intendiamo dirvi che vengono percorsi spazi soltanto materiali.
Lo spazio comprende soprattutto illimitati universi ultramateriali.
L'unica dimensione che cade sotto l'osservazione della vostra scienza
è quella relativa alla materia.
Ma le dimensioni cosmiche sono tante e tali
che non potete averne la più pallida idea.
Occorre molta conoscenza e molto tempo
per poter sperimentare quanto stiamo dicendo.
Neppure la vostra immaginazione, ora,
può raggiungere il minimo di tali realtà ».

Firkon attese che la nostra mente avesse assimilato un
poco di quanto ci veniva detto.
Vidi i fratelli dello spazio seduti intorno a noi molto attenti.

« Nel cosmo »,

proseguì,

« non vi è soltanto la dimensione materiale.
Vi sono dimensioni ultramateriali
che non mostrano soltanto larghezza, lunghezza e profondità,
ma una ricchezza maggiore di realtà vitali,
per cui quanto voi dite
dietro, davanti,
sopra, sotto,
dentro e fuori
diventano limiti superati.
Più un universo è evoluto, più la sua energia vitale
si esprime in nuove forme più libere
e la coscienza si amplia in un respiro universale più vasto.
Ad ogni dimensione cosmica corrisponde un corpo dell'uomo
di pari grado evolutivo.
Ogni nuovo universo, conquistato dall'anima dell'uomo in evoluzione,
si presenta a lui ed ai suoi sensi più evoluti in una nuova sintesi,
in un significato e in una nuova logica sconosciuti
alla precedente dimensione superata.
E così ogni nuova dimensione comporta nuove realtà
e nuovi modi di essere dell'energia vitale
che sono sempre derivanti dalle stesse leggi universali
che regolano tutta la creazione.
Più le dimensioni sono evolute, e quindi perfette,
più la coscienza di chi le sperimenta conosce l'Amore
col quale tutto fu creato e l'Amore che in esse vige.
L'Amore Universale è la forza vitale e unitaria di tutto quanto esiste ».

Firkon fece un'altra pausa:
il tono vivace della sua voce e i suoi gesti
animavano quelle spiegazioni sostenute
da esempi e paragoni.

« Quando un'astronave »,

disse,

« si ferma sul suolo terrestre, è perfettamente materializzata.
Ma resta immersa in una forza cosmica che la tiene autonoma
dalle leggi gravitazionali del pianeta.
Ecco perché noi possiamo sollevarci da terra con facilità,
e superare in un attimo qualsiasi legge relativa alla vostra fisica.
Così, ci solleviamo da terra fino alla velocità ideale di smaterializzazione,
senza nessun inconveniente
grazie a questa libertà dalla legge gravitazionale.
Aumentando il ritmo vibratorio vitale,
ci veniamo a trovare immediatamente in sintonia
con la vita di altre dimensioni.
A nostro piacimento, possiamo immetterci nei cieli di dimensioni superiori
o ridiscendere in dimensioni inferiori fino a quella materiale ».

Volli fare una domanda:

« Le astronavi »,

chiesi,

« in quale dimensione le costruite? ».

Firkon sorrise e spiegò:

« Possiamo costruirle nella dimensione che vogliamo.
Per noi è molto semplice.
Quando si ha una conoscenza molto grande
e quindi si è in perfetta armonia con tutto il creato,
si obbedisce di buon grado alle leggi universali del nostro Padre Iddio.
Allora tutto è buono e possibile.
Nella Scrittura vi è ripetuto che tutto ciò che il Padre Iddio creò era buono,
anzi molto buono,
perché frutto delle sue mani.
Le difficoltà vennero per coloro che vollero sperimentare il male.
Essi caddero nell'ignoranza delle leggi universali e la loro ignoranza
li portò alla presunzione.
Ogni buon figlio del Padre si affida
con semplicità fiducia nelle mani del suo Creatore
che nulla ha trascurato.
Egli opera attraverso la creazione stessa
e i suoi figli più evoluti.
Essi sono a Lui più vicini e conoscono meglio le sue leggi d'Amore.
Quando invece i suoi figli, come avviene sulla Terra,
non si fidano più di chi ha creato tutto,
e loro stessi diventano superbi,
allora tutto diventa difficile, oppure complicato ».

Firkon fece un gesto della mano a Orthon affinchè
prendesse la parola.

Orthon si apri in un sorriso e disse:

« A Giacobbe mostrammo la scala che
dalla terra saliva al cielo.
Egli vide gli Angeli salire e scendere su di essa.
Non vi pare... »,

chiese,

« ...che questa scala significhi tutte le dimensioni cosmiche
che separano la terra dal cielo?
Noi attraversiamo tutti quegli spazi dal cielo fino a voi
e lassù torniamo.
Alla sommità di questa scala c'è la Barriera Celeste ».

 

Tina domandò spiegazioni sulla Barriera Celeste che
Orthon aveva nominato.

« La zona cosmica »,

spiegò Orthon,

« che noi chiamiamo Barriera Celeste rappresenta,
in pratica,
le ultime dimensioni che hanno ancora una forma analoga
a quella che voi conoscete.
Al di là di esse c'è il puro spazio,
l'energia vitale pura, l'essenza della Vita
senza più mediazioni di forma.
Per darvene un'idea »,

spiegò meglio,

« al di sotto della Barriera Celeste,
nelle zone cosmiche e nei suoi universi e mondi
vi sono tanti spazi,
ma oltre quella Barriera sono le coscienze a fare lo spazio.
Man mano che si sale nel cosmo verso la Celeste Barriera,
ci si libera dalle forme per esprimere sempre più liberamente
la coscienza universale,
si realizzano al massimo tutte le potenzialità dell'essere
che sono in noi,
si entra consapevolmente in seno al Padre Creatore,
alla Divinità Beata.
La visione dell'Infinito diventa sempre più profonda e reale.
Ma l'evoluzione non si fermerà mai.
Il Padre Creatore non ha limiti e non ne ha posti ai suoi figli
che vogliono per correre le infinite vie del suo Amore Divino ».

Tina fece allora un'altra domanda:

« Quando si dice, pregando, "Padre Nostro che sei nei Cieli" »,

chiese,

« per cielo intendiamo lo spazio oltre la Barriera Celeste
o anche quello cosmico? ».

Orthon sorrise.

« Iddio »,

rispose,

« non può essere racchiuso in nessuno spazio,
nè cosmico, ne ultracosmico.
Ma oltre la Barriera Celeste,
nella massima purezza della coscienza,
si ha una visione sempre più diretta
dell'Essenza Divina.
La partecipazione alla realtà divina
diviene sempre più attiva.
Quindi i cieli sono la stessa Divinità
che fa lo spazio,
ma si intende anche ogni spazio da raggiungere
in questa ascesa verso il Creatore,
fonte di ogni
conoscenza e di ogni felicità ».

 

Firkon ebbe un'espressione che voleva significare
un pensiero di non facile comprensione.

« Certo »,

disse,

« è questione di termini, di parole,
ma la realtà va concepita a grandi linee
come ve l'abbiamo descritta.
Tutto ciò che è espresso in parole diviene restrittivo.
Il cosmo è una meraviglia illimitata.
Lo spazio celeste è l'estasi della coscienza
di fronte alle infinite possibilila dell'Amore,
che è il substrato di tutto,
l'essenza vitale di tutto.
L'Amore è la Divinità stessa.
La scala evolutiva delle energie vitali,
le dimensioni, gli spazi vitali,
il cammino delle coscienze,
tutto, nella creazione,
non conosce salti o vuoti.

Il Padre ha creato tutto con dolcezza infinita,
con gradualità, con Amore inconcepibile.
Le squisite leggi universali sono al servizio dei suoi figli,
che Egli ama infinitamente.
Ma essi sono talmente liberi
e hanno una tale dignità,
da avere la possibilità di ribellarvisi e
di deturpare e sconvolgere questo piano d'Amore e
di Vita Eterna.

L'uomo dovrà comprendere che è una creatura
con l'unico limite di non essere Dio e quindi
di dovere Amore e obbedienza a Lui solo.
Questo peccato contro
di Lui fu l'inizio del male nel Cosmo ».

 

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