Spiegazioni e insegnamenti
(seconda parte)

Pensai che l'uomo della Terra si comporta
come se vi fosse soltanto questa vita.
Cosi rivolsi a Raffaele una domanda:

« Non è possibile fare qualcosa di concreto
affinchè agli uomini della Terra siano fornite
maggiori prove dell'esistenza di altri mondi e
della vostra presenza su quelli?
Ciò farebbe riflettere molte coscienze
che vivono nell'errore di affermare che oltre la vita sulla Terra
non vi può essere altro ».

Raffaele mi guardò con dolcezza,
ma nei suoi occhi c'era una velata tristezza
che mi parve quasi un rimprovero.

« Tu »,

mi disse,

« non hai ancora compreso che non
saranno le prove esteriori a far desistere molti
dai loro errori e dal male.
Molte prove sono state date agli uomini
durante tutti questi millenni di storia,
di sangue e di ingiustizie;
ma furono rifiutate,
e crebbe cosi la responsabilità di molti.

Gesù diede migliala di prove durante
la sua vita pubblica, e anche mentre moriva in croce,
e dopo la sua morte.
Pochi però le accettarono.

 

 

Oggi, molti che vedono cose
tali da far loro comprendere le realtà
che vi abbiamo spiegato,
danno alle stesse una versione fuorviante;

e, dove sono costretti ad ammettere
la loro ignoranza, si consolano dicendo
che un giorno queste cose saranno spiegate
dalla scienza umana.

Non saranno le prove a salvare il vostro mondo,
ma l'amore, la pazienza e la fede di coloro che sono,
sulla Terra,
spiritualmente più evoluti:

gli uomini di buona volontà.

La forza infinita dell'Amore vincerà sul male,
che invece ha dei grandi limiti.
Così cesserà il vostro cammino di morte e di violenza.

L'Amore del Padre e dei suoi figli fedeli sarà la
forza convincente nei cuori ostinati,
e allora si apriranno le menti alla vera conoscenza.

A che servirebbe impadronirsi delle Verità
senza avere estirpato l'errore dalla propria coscienza,
se non ad aumentare la propria responsabilità?
Devi comprendere »,

mi disse dolcemente,

« che la luce si da affinchè giovi,
non perché faccia male agli occhi abituati alle tenebre ».

« Allora »,

chiesi,

« questa illuminazione avverrà per gradi? »


« Esattamente »,

disse Raffaele che era divenuto più gaio.

« Iddio non vuole schiacciare nessuno
e noi ci comportiamo secondo il suo Amore
per i figli che sono nell'errore.

Però è importante che si faccia tutto il possibile
per evitare che le vie del male siano condotte al limite concesso.
Perché in questo caso il recupero sarà tanto
più doloroso quanto più si sarà andati lontano nell'errore.

Il dolore è la grande voce universale di richiamo
alla salvezza.
È l'eco del dolore del Padre Iddio,
immensamente più grande di ogni dolore
delle sue creature.

Egli permette che i suoi figli in pericolo
sentano una briciola di questo suo dolore divino,
affinchè essi comprendano che la vera
felicità sia soltanto nello stare con Lui, nella sua verità ».

Vi fu silenzio. Non avevo mai pensato al Padre Iddio
come a un Essere che potesse soffrire.
Pensavo che nulla potesse scalfire la sua infinita beatitudine.
Firkon mi guardava negli occhi.
Compresi che leggeva i miei pensieri.

Sorrise; poi si fece più serio e disse:

« Certo, mio caro, nulla può intaccare
l'infinita beatitudine di Dio.
Ma questo non significa che allo stesso tempo
Egli non debba soffrire per la ribellione
e per la sofferenza dei suoi figli.

Egli soffre, senza per questo perdere la sua beatitudine ».

Poi tacque pensieroso.
Sospirò, e con tono grave aggiunse:

« Se voi sapeste cosa vuoi dire la sofferenza di Dio!... ».

 

 

 

Non disse altro,
e lo vidi piegato sotto il peso di un grande dolore.
Vidi in lui un grande figlio del Padre
che esprimeva tutto il suo Amore
per quell'Essere infinito,
che non meritava di essere tradito nella fiducia
data ai suoi figli come un dono straordinario,
che solo un Dio, appunto, poteva aver dato.

Mi scusai della durezza della mia mente
e del mio cuore.
Raffaele sorrise, e disse che tutto il creato
è una scuola d'Amore.

Assicurò che la conoscenza viene data a
chiunque apra il suo cuore alla bontà e alla semplicità.
Intervenne Kalna, con la sua voce dolcissima;
il suo volto si illuminò:

« Le Scritture »,

disse,

« parlano spesso della dimensione del cuore
nella quale Dio parla ai suoi figli.
Essa è la dimensione dello spirito.
È quella parte dell'essere umano relativa
alla coscienza profonda.

Cuore e spirito nella Scrittura significano la stessa cosa.
La dimensione del cuore non conosce
le complicazioni della mente,
ma ha la capacità di contemplare Iddio,
l'Amore, la Bontà,
la Verità, l'Essenza.

Quando i figli del Padre oltrepassano la Barriera Celeste
ed entrano nello spazio puro alla diretta contemplazione
della Divinità e delle sue infinite meraviglie,
essi partecipano della Vita Eterna
non più con le complicate strutture della mente,
ma attraverso le limpide e trasparenti facoltà
della dimensione del cuore o dello spirito.

Gli uomini della Terra hanno dato estremo valore
alle strutture raziocinanti della mente
e hanno imprigionato il cuore.
Si sono perduti nel labirinto dei pensieri,
e hanno permesso all'orgoglio
di instaurare nelle strutture raziocinanti la sua dimora.

La mente caduta nell'errore ha cominciato prima
a imprigionare il cuore e poi ha portato avanti la sua azione
distruttiva nei suoi confronti.

Ma distruggere la dimensione del cuore significa
provocare la propria morte eterna,
la morte dello spirito,
la perdizione.

Gesù a questo riguardo vi disse la verità.
La vostra infelicità »,

prosegui Kalna,

« dipende dal fatto che in voi mente e cuore
sono in permanente conflitto.
Ossia voi avete messo materia e spirito in guerra fra loro.

Questo è stato prodotto dall'orgoglio che alberga in voi.
Ogni passione nasce dall'orgoglio.
Tutte le vostre passioni distruttive della dimensione del cuore
provengono dalla vostra mente permeata di orgoglio.

Se liberaste la vostra mente dalla superbia e
diventaste umili e semplici,
buoni e trasparenti come il Padre Iddio vi creò,
avreste risolto tutto il problema del male
e della vostra infelicità ».

 

Qui prese la parola Ilmuth.
I suoi occhi brillavano.

« Voi siete convinti »,

disse,

« che sia difficile spogliarsi dell'orgoglio.
Dite il vero, perché non riuscite più
a vedere, se non attraverso quella lente,
anche la vostra purificazione.
Inoltre, vi è stata insegnata una purificazione
perfezionista che per voi non è possibile,
e allora voi finite per convincervi
che la via del bene sulla Terra non è possibile.
Questo è avvenuto perché anche i vostri maestri e pastori
erano pieni di orgoglio e di perfezionismo.

Invece, la via della purificazione e della liberazione
dall'orgoglio è fatta di piccole cose,
di piccole purificazioni successive.
È come ossigenare i polmoni a poco a poco per poi
trovarsi disintossicati.
Il vostro spirito ha tali capacità,
che, se voi deste ogni giorno alla vostra coscienza
un poco di semplicità e di umiltà,
pian piano essa vi trasformerebbe,
e scoprireste di essere diversi
da quello che credevate di essere.
Ma se voi vi lasciate andare un poco
ogni giorno al male e all'orgoglio,
allora la vostra dimensione del cuore morrà soffocata
senza che ve ne accorgiate.

Iddio è buono.
Egli guarda con amore le piccole cose buone
del vostro cuore.
Egli non pretende molto per trarre
in salvo i suoi figli smarriti.
Ma anche per salvarsi dalla superbia
non si deve essere superbi.

Umiltà e semplicità portano
all'umiltà e alla semplicità.

Amore e pazienza portano all'Amore e alla serenità.

Non vogliate pensare troppo
alla vostra cattiveria,
ma di più alla bontà del Padre Iddio e
a quella dei suoi figli fedeli
che operano in suo nome a vostro beneficio ».

Raffaele riprese la parola.

« La mente »,

disse,

« ha la capacità di trattenere,
elaborare e modificare i contenuti
della dimensione del cuore.
Ma le facoltà della mente razionale,
se usate bene e non in contrasto
con le voci dello spirito,
possono aiutare il cuore ad esprimere i suoi contenuti.
La mente diventa un laccio quando distorce
e reprime quei contenuti.

Ecco allora cuore e mente nemici,
mentre l'infelicità e la malattia subentrano
ad esprimere tanto dolore della vostra esistenza.

La mente, ve lo ripeto,
può diventare nemica dell'Amore Universale
e delle leggi del Padre Iddio e
allora può uccidere l'Amore nel cuore dell'uomo.
La via che vi fu indicata è quella,
lo ripetiamo,
della semplicità,
dell'umiltà e della bontà.

Desiderate queste cose affinchè
il Padre ve le conceda.
Pregatelo, e vedrete arrivare la salvezza ».

Ilmuth proseguì:

« Per chi ama il bene,
non esiste la morte,
in nessuno dei suoi aspetti.
Pensare che con la morte del corpo materiale
tutto finisca è un grande errore,
frutto di cecità interiore e di ignoranza.

Morire è nascere su altri pianeti con un nuovo corpo;
è realizzare nuove forme di vita
già potenzialmente presenti in voi.
Nascere su nuovi mondi
è realizzare una coscienza più evoluta,
essere più felici in una maggiore conoscenza e
in una maggiore possibilità di vita.

Gesù mise in guardia gli uomini della Terra
dall'uccidere l'Amore nel loro cuore
con la superbia e con l'ipocrisia della loro mente;
poiché questo significa involversi a tal punto
da non potere nascere su pianeti più evoluti,
ma col rischio di trovarsi in situazioni talmente involute
da potersi paragonare quello stato alla morte.
Il dolore del Padre per questi figli che si perdono
è tanto grande che essi lo sentono,
e la loro sofferenza aumenta con l'impossibilità
della loro volontà a uscire dalla morsa
del male che li imprigiona.

Per certi fratelli ostinati che fanno
cose tanto assurde a danno proprio e dei fratelli,
da divenire dei veri demoni,
come non parlare di morte?

C'è sempre speranza e salvezza,
ma non è giusto approfittare della liberalità
e della magnanima bontà
di un Padre così adorabile.
Questo può costare una grande sofferenza,
perchè Egli è anche giusto.

Guai a noi se non fosse cosi! ».


Ci fu un silenzio che mi parve un monito.
Il sole era ormai tramontato e le montagne
si erano colorate di un blu scuro.
La valle mostrava una dimensione più intima.

Raffaele disse che era tempo di andare,
ma ci promise anche che presto
ci saremmo incontrati nuovamente.

« Dobbiamo dirvi ancora molte cose »,

disse.

La sera avanzava verso il crepuscolo
su tutto il paesaggio.
Ci salutammo come vecchi amici
spiacenti di doversi lasciare.
Fummo invitati da Raffaele ad allontanarci
di alcune decine di metri.

Vedemmo aprirsi il portello del disco
e una luce bianchissima ne usci
illuminando la vegetazione circostante.
Entrarono tutti salutando affabilmente
con la mano.
Poi il portello si richiuse silenziosamente,
e il disco si levò subito a incredibile velocità.

Spari poco dopo.
L'erba del prato era rimasta piegata
ed era carezzata appena dal vento.

 

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