La valle dei contatti


Come fosse stata la cosa più naturale del mondo,
Tina, la mia fidanzata, mi descrisse minuziosamente
tutte le fasi dell'incontro.
Mi spiegò che, mentre si trovava in compagnia
di alcuni suoi amici
per trascorrere il pomeriggio della Domenica,
ad un certo punto le si era presentata davanti
la nitida visione di quei fatti.
E una voce le aveva spiegato di cosa si trattava
e le aveva dato l'annuncio che
sarebbe stata con me agli incontri futuri.

Nessuno di coloro che si trovavano con lei
si era accorto di nulla.
Una pace profonda aveva invaso il suo animo,
ed ella si era sentita molto felice.
Mi descrisse il luogo,
le fasi dell'attesa,
l'incontro e il mio disappunto
per il temporale.
Non mancava nulla.

Non finivo di sorprendermi e
soprattutto fui impressionato dalla rapidità
con la quale si succedevano gli eventi.
Ero però felice di avere una « testimone »
di quanto mi andava accadendo.
Informai Tina circa l'identità dell'uomo dello spazio.
Le raccontai di averlo veduto in casa,
in una grande luce,
e anche lei si mise a leggere la storia di Tobia.

Facemmo partecipi delle nostre esperienze alcuni amici.
La notte, però, mi tormentai
nel timore di avere mancato al segreto
richiestomi da Raffaele;
continuavo a rigirarmi nel letto,
dicendo a me stesso che forse
avevo combinato un bei guaio e
che forse Raffaele non mi si sarebbe più mostrato.

Ero fra queste ambasce, quando la
voce dell'Arcangelo si fece sentire.

« Nulla accade a caso »,

mi disse dolcemente.

« Non ti tormentare;
quanto è accaduto era previsto.
Condurrai al prossimo incontro sia Tina
che gli amici e
farai quanto ti richiederemo di fare ».

I miei timori si tramutarono in gioia e
in una grande consolazione.
Telefonai a Tina nel cuore della notte,
e presi sonno
che già era mattina.

 

 

 

Nel pomeriggio del primo Maggio
eravamo sull'autostrada in direzione di Finale.
Fummo guidati nuovamente a Calice Ligure.
Di là ascendemmo la montagna.

Raffaele mi comunicò ad un certo punto
che i quattro amici che ci accompagnavano
avrebbero dovuto attendere in un luogo
a qualche chilometro di distanza
dal punto dove sarebbe avvenuto l'incontro.
Indicai loro il posto in cui sostare e
proseguii con Tina.

Giungemmo dove avevo visto il disco la prima volta.
Raffaele mi invitò a proseguire e
ci avviò verso una stradina molto ripida.
La mia Fiat 500 faceva molta fatica per la salita.
Sobbalzava,
non essendoci più nessuna traccia dell'asfalto
ed essendo il terreno disseminato di sassi.
Si andava a passo d'uomo.

Di tanto in tanto Raffaele diceva qualcosa,
ma udivamo anche le voci di altri fratelli che erano con lui.

« Questa è la valle dei contatti! »,

esclamò Tina con una gioia indescrivibile.

« Mi pare di sentirli dappertutto ».

Non mostrava alcun timore,
ma soltanto l'ansia di incontrarli.
Come Raffaele aveva fatto con me la prima volta,
la invitai a restare tranquilla nell'attesa.
Giungemmo in un prato
da cui non era possibile proseguire,
e là spensi il motore.

 

Soltanto allora mi accorsi
che la giornata era ventosa
sotto un cielo grigio.
Ma non ebbi tempo per pensarci,
perché subito udimmo dei passi
dietro di noi.

Mi voltai e vidi tré uomini
che si avvicinavano.
Temevo che Tina potesse emozionarsi.
Invece, ella scese dalla macchina
e si avviò verso di loro
come andando incontro ad amici
conosciuti da tempo.

La seguii e mi trovai faccia a faccia
con Raffaele
che indossava una tuta
un po' larga di colore argento.
Mi salutò lietamente,
salutò Tina e cosi fecero
anche gli altri due,
che più o meno vestivano come Raffaele,
ma avevano tute più aderenti e
di colore più scuro.

Erano alti.
I loro volti erano belli
ed esprimevano una grande bontà e
presenza di spirito.
Si presentarono e dissero che il loro nome
era fittizio,
ma che era stato loro dato
da un fratello della Terra,
George Adamski,
che li aveva incontrati
alcuni anni prima.
« Io sono Orthon »,

disse il più alto dei due.

« II mio nome è Firkon »,

disse l'altro.

Raffaele mi prese sottobraccio con molto garbo e
mi condusse dolcemente più in là,
verso una lieve balza.
Sedette sull'erba e io feci altrettanto,
sedendo accanto a lui.

I due fratelli dello spazio restarono a parlare con Tina poco distante.
Vedevo i loro capelli scossi dal vento,
cosi la lunga chioma di Tina e il suo vestito.

Grandi nuvole si spostavano velocemente nel cielo.
Raffaele e gli altri parevano
non badare troppo a quel vento.

« Anche a me fu dato un nome fittizio »,

mi disse Raffaele;

« fui chiamato Ramu,
ma ora è bene si sappia
chi veramente sono.
Quello che i fratelli della Terra dovranno sapere
è il ruolo che il Padre
ci ha da tempo assegnato
affinchè si realizzi
la loro salvezza sul pianeta ».

 


Ero attratto dal senso di grandezza e semplicità
che emanava dall'uomo,
un equilibrio perfetto regnava
in ogni suo gesto,
e tutto in lui tradiva saggezza e conoscenza.
La sua squisita affabilità era del tutto naturale.

« I fratelli che attendono giù in basso »,

aggiunse,

« avranno segni
che li faranno partecipi
di questo nostro incontro ».

Parlava un perfetto italiano,
senza alcuna inflessione dialettale.
Sapevo che non aveva bisogno di parlare
per comunicare,
ma mi piaceva molto che lo facesse
perché ciò me lo faceva sentire più vicino.

« II messaggio che vi daremo »,

disse,

« interessa tutti gli uomini di buona volontà della Terra.
Questo per voi avrà un prezzo:
non tutti vi crederanno,
vi comprenderanno e vi ameranno.
Ma noi vi aiuteremo e vi assisteremo.
È una missione d'Amore e di salvezza ».

Non avevo alcun dubbio circa la sincerità e
la bontà delle sue parole,
anche se mi sfuggiva il reale significato
di quanto mi andava dicendo.

Sentivo che era giusto parlare
d'Amore e di salvezza e
che avrei fatto quanto mi sarebbe stato richiesto
per il bene di chiunque.

« Vi abbiamo voluti quassù »,

aggiunse,

« lontano dall'inquinamento della città,
per dirvi che stiamo contattando
un numero sempre maggiore di uomini della Terra.
Alcuni ci vedono soltanto sfrecciare nei vostri cieli,
altri vedono luci,
hanno segni,
sogni e visioni.
Ad alcuni ci mostriamo come ora avviene con voi.
Questi nostri testimoni
si fanno poi nostri portavoce
presso coloro che non ci hanno veduti.
Non c'è molto tempo da perdere.
Se gli uomini non comprenderanno i loro errori,
presto avverranno cose molto gravi.
Esse furono previste dalle Scritture e
alcuni lo sanno,
ma i più purtroppo non credono e pensano
che quanto fu scritto sia una favola ».

Tacque pensoso e poi disse:

« Oggi il vento è forte,
ma presto si leverà dai quattro angoli della Terra,
un vento ben più impetuoso e
spazzerà via ogni nube.
La confusione che adesso regna sulla Terra
permette a pochi di comprendere appieno
che si stanno avverando
tutte le profezie che demmo
ad uomini adatti a trasmetterle fedelmente.
Essi furono derisi,
incompresi,
perseguitati e anche uccisi.
Eppure, le loro parole trovarono avveramento in ogni tempo ».

« Tanto dolore »,

aggiunse con un lieve sospiro,

« molto dolore sarà risparmiato ai fratelli della Terra,
se essi rinunceranno al loro orgoglio e
all'uso della forza.
Se si rinuncerà a usare il male
per combattere il male,
allora il vostro cammino sarà abbreviato
e farete grandi passi
verso il bene ».

 

 

 

Il vento continuava nella sua furia, e
a momenti mozzava il fiato.
Scoteva gli alberi,
spazzava l'erba dei prati.
Avevo l'impressione che la natura
partecipasse alle cose enunciate da Raffaele
circa il burrascoso futuro del nostro pianeta.

Mi guardò negli occhi e mi disse:

« Se non diventerete semplici e buoni,
se non sarà debellato l'orgoglio e
lo spirito di sopraffazione che è in voi,
non potrete ricevere la vera conoscenza
che consente una giusta evoluzione.
È importante che ognuno
apra il proprio cuore alla comprensione
di queste verità.
Molti le irridono
a causa della loro alterigia e presunzione.
Cosi la loro redenzione
non si rende possibile ».

Espressi a quel fratello venuto dallo spazio
la mia incredulità circa la possibilità
che sulla Terra potesse essere accolto
un simile messaggio.

« Tutto ciò »,

continuò Raffaele rispondendo alle mie parole,

« avviene da molto tempo
fra la gente di questo pianeta.
Ma occorre che la verità sia detta ad alta voce,
affinchè coloro che l'attendono e
la vogliono accogliere possano farlo.
Per chi non crede vi sono altre missioni
che il Padre mette in opera ed altre ancora
più importanti avverranno
affinchè nessuno perisca vittima
del male.
Molti di noi,
da sempre,
scendono sulla Terra,
e a volte nascono in un corpo terrestre
per poter esplicare compiti assai difficili e
per contrastare il male.
In ogni caso si deve salvare prima se stessi,
e solo allora si può compiere l'opera
per la quale si è nati sulla Terra ».

Ero stupito per quanto avevo appreso.

« Quindi »,

domandai,

« sulla Terra si viene dallo spazio
per imparare ad essere buoni
o per aiutare chi deve imparare.
Allora è come andare in una trincea:
prima bisogna stare attenti al pericolo di venire uccisi e
poi si può fare l'avanzata verso il nemico
per aiutare i propri commilitoni a salvarsi ».

« Si »,

replicò Raffaele,

« ma in questa guerra le armi usate sono
Amore e sapienza,
bontà e pazienza
e credere che il piano di salvezza del Padre,
profetizzato attraverso le Scritture,
si compirà totalmente,
nonostante la crescente incredulità degli uomini.
Iddio fu chiamato
Signore degli Eserciti.
La Bibbia vi parla di un combattimento
fra l'Esercito Celeste e le forze del male.
Ebbene,
l'Esercito del Signore Iddio
ha le sue Milizie nello spazio
che si prodigano per il trionfo del bene sulla Terra:
un esercito impegnato
in una "guerra" d'Amore e
di salvezza dal male.
Sempre più numerosi saranno
in questo tempo i discesi sulla Terra
per questa grande missione.

Siamo in tanti ».

 

 

« E questi lo sanno di essere tali? »,

chiesi.

« Molti non lo sanno »,

rispose,

« perché un oblio viene ad impedire
il chiaro ricordo della loro provenienza.
L'oblio è necessario
affinché il soggiorno
durante la vita sul pianeta
non sia reso troppo penoso.
Ma poi ogni fratello appartenente
all'Amore Universale
che ha compiuto il suo tempo sulla Terra,
riacquista piena coscienza di chi è,
e potrà valutare la sua opera e l'aiuto che da
noi non venne mai meno ».

Domandai:

« La Scrittura parla anche di questo? ».


« Certo »,

mi disse;

« il libro della Genesi narra
che i figli di Dio nascevano sulla Terra
per risanare la società di quel tempo,
che era già molto corrotta dal male,
e prendevano in moglie le figlie degli uomini
che loro piacevano.
Furono grandi operazioni di purificazione,
perché il bene prevalesse sul male ».

Quell'essere eccezionale andava dicendomi cose
che allora non capivo del tutto.
Sapevo, tuttavia,
che mi leggeva nel pensiero e nel cuore.
Ero ormai certo della sua
comprensione e bontà.
Rimasi silenzioso a riflettere sulle sue parole e
su quanto mi aveva spiegato.

« Ti stai chiedendo »,

disse,

« perché non ci mostriamo apertamente
a tutti gli abitanti della Terra,
perché non facciamo qualcosa di vistoso,
di grande,
affinchè la verità sia nota a tutti
ed ognuno apra gli occhi una volta per sempre.
Sono domande, queste,
che un gran numero di uomini della Terra
si pone da sempre,
cioè da quando la Terra
si trovò ad essere un pianeta di redenzione.
Io dico ora a voi quanto già fu detto e spiegato a suo tempo allora.
Questo non è possibile e non sarà possibile
finché i fratelli della Terra
non apriranno il loro cuore all'umiltà e
all'Amore del Padre.
Noi operiamo
per il vostro
bene totale,
conosciamo realtà che sfuggono
al vostro giudizio offuscato
dall'errore che vi opprime.

Sappiamo operare ed attendere ».


« In altre epoche,
quando le cose non erano ancora al punto
in cui oggi si trovano,
ci mostrammo e vi guidammo manifestamente.
Ma non potemmo sopraffare il dono del libero arbitrio
concesso dal Padre Iddio a tutti i suoi figli,
e la forza della vostra volontà di sperimentare il male
vi fece commettere azioni ancora più gravi
a causa della conoscenza che avevate avuto ».

« In tutto il cosmo non è concesso
ai fratelli più evoluti di violare la libertà
di coloro che hanno ancora
un lungo cammino da percorrere.
Molto del male che è nei terrestri non potrà essere debellato
prima che essi stessi
non ne abbiano sperimentati gli effetti funesti,
e questo a causa della durezza del loro cuore.
Non perché il bene
non abbia potere di redimere,
che anzi sarebbe
la via più breve e
benedetta dal Padre ».

 

 

Raffaele si alzò.
Feci lo stesso.

« Ora dobbiamo lasciarci »,

disse.

Tina e i due fratelli dello spazio
che si erano intrattenuti a parlare con lei si avvicinarono.

«Noi»,

disse Raffaele,

«operiamo con ogni mezzo
affinché il bene
si realizzi definitivamente sulla Terra.
Questo comporta scelte da parte nostra
in coerenza con le leggi universali
volute dal Padre Iddio.
A volte esse sono poco comprensibili
a voi che seguite logiche di potenza umana
contrarie all'Amore Universale.
Data la limitatezza
della vostra conoscenza,
voi sbagliate quando ci giudicate.
Per questo fu detto e scritto di non giudicare.
Invece voi giudicate Dio,
il Padre,
noi e i vostri fratelli.
Voi giudicate secondo la vostra presunzione.
Quando avrete raggiunto la vera conoscenza,
allora vi sarà palese l'errore
di avere giudicato.
E la vera conoscenza è nell'Amore.
Il pianeta Terra ha meno Amore
dell'aria che i suoi abitanti
respirano ».

Il vento continuava a soffiare
agitando tutto.
Pensai che se quei fratelli cosi amabili e buoni
avevano espressioni cosi preoccupate
per le cose del nostro pianeta,
la situazione doveva essere più grave
di quanto la mia ignoranza mi permetteva di sapere.
Ci salutammo con amore.
Raffaele assicurò
che ci saremmo incontrati nuovamente e
presto.

Si avviarono verso il disco nascosto nel verde.
Ebbi l'impulso di seguirli;
ma Raffaele si voltò e senza muovere le labbra mi disse:

« Non ora.
Tempo verrà che potrete salire a bordo
dei nostri mezzi ».

Mi fermai;
poi volli ancora avanzare,
ma una forza mi trasse indietro,
per cui desistei dal mio proposito.
Tina salutava con la mano
ed i fratelli si voltarono a salutare ancora.
Poi vedemmo il disco
levarsi al di sopra di quella vegetazione
a velocità vertiginosa:
salì verso le nubi e tra quelle spari.

Quando scendemmo a valle,
gli amici che erano rimasti là ad aspettarci
ci dissero di aver veduto il disco,
e ci riferirono anche alcune parti della conversazione
che avevamo avuto coi fratelli e
che essi avevano percepito telepaticamente.
Tornammo indietro emozionati,
e concludemmo la serata
in una modesta trattoria di Finalborgo
parlando dell'incontro.
Poi riprendemmo la via del ritorno
per Genova.

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