Autore |
Discussione  |
|
Piccolo Principe
ASLAN
    

3730 Messaggi |
Inserito il - 26/11/2006 : 13:12:06
|
CAT STEVENS
LONDRA -
Le acque del Pacifico sono fredde anche d'estate. A Malibu, nelle spiagge private dei miliardari, non ci sono bagnini di guardia.
Il cantautore nuota agile verso il largo, si allontana pericolosamente dalla riva. Cerca di tornare indietro, ma la corrente è troppo forte. Sta per soccombere, è nel panico, grida:
"Dio, se mi salvi lavorerò per te".
In quell'istante un'onda potente lo solleva e lo scaraventa verso la riva.
"Era tutta l'energia di cui avevo bisogno, in poche bracciate raggiunsi la spiaggia, sano e salvo. Fu un momento grandioso, sapevo che Dio esisteva, e che avevo rinnovato un contratto con lui",
mormora, con la voce melodiosa di chi è avvezzo a salmodiare, Yusuf Islam, il cantautore che prima della conversione si chiamava Cat Stevens.
Era il 1975, il successo non gli dava tregua.
"Mi sentivo vuoto, insoddisfatto, già da anni vivevo in Brasile, lontano dalle pressioni dello show business. Dopo l'episodio di Malibu, cominciai freneticamente a indagare tra le religioni per mantenere la mia promessa: nozioni di buddismo, induismo, numerologia, astrologia, fino a quando David, mio fratello maggiore, mi portò da Gerusalemme una copia del Corano".
In quel momento iniziò il percorso verso la nuova fede, che culminò nel 1977 con la conversione all'Islam.
Due anni dopo, alla fine dell'ultimo concerto alla Wembley Arena, salutò per sempre i fan:
"Ognuno deve trovare la propria strada, spero che anche voi troviate la vostra".
Così Steven Demetre Georgiou, in arte Cat Stevens, assunse legalmente il nome di Yusuf Islam, sposò nella moschea di Kensington Fouzia Ali, che gli ha dato cinque figli, e cancellò il suo nome dall'albo d'oro del pop.
Ci ha messo ventotto anni per incidere un nuovo album di canzoni, Another cup, che è appena uscito; più di un quarto di secolo per ridefinire il suo ruolo nel mondo dello spettacolo; cinque anni, dopo l'11 settembre, per liberarsi dal fondamentalismo che lo imprigionava e scoprire che la musica è frutto di una purezza creativa che non può dispiacere a Dio (nel 1996 Yusuf Islam scrisse un lungo articolo per Musica di Repubblica in cui spiegava perché, secondo la legge islamica, gli era proibito continuare il mestiere di cantautore).
"Fare un altro disco non è stata una decisione premeditata ma presa col cuore, d'istinto, come molte delle cose che faccio",
spiega Yusuf, 58 anni, che ora vive con la famiglia tra Londra e Dubai, negli Emirati Arabi.
"Con gli orrori e le guerre che popolano il mondo, questo è il momento in cui, come musulmano, ho sentito il bisogno di cantare una canzone."
Perché non l'ha fatto prima?, vi chiederete. Perché non ci sono canzoni se non c'è ispirazione, e l'ispirazione è qualcosa di inafferrabile che non puoi pianificare".
Le prove generali del ritorno c'erano state a Città del Capo, il primo dicembre 2003, quando Yusuf si era presentato sul palco accompagnato da Peter Gabriel per cantare Wild world, cavallo di battaglia di Cat Stevens, davanti a Nelson Mandela.
"L'accoglienza che ho avuto in Sudafrica ha certamente accelerato il processo, anche se ho partecipato a quel concerto per una buona causa, la lotta contro l'aids. Gabriel è un esempio perfetto di come si può essere un artista pop con un preciso ordine del giorno e idee brillanti. Lo sa che Peter suonava il flauto in un paio di canzoni dell'album Mona Bone Jakon, nel 1970?".
Cantare a un evento benefico gli era sembrata l'unica soluzione per uscire dal silenzio anche nel 1985, quando decise di partecipare al Live Aid. Era dietro le quinte con la chitarra, pronto a salire sul palco, ma l'esibizione di Elton John durò più del previsto e gli organizzatori tagliarono il suo numero senza neanche avvertirlo.
"L'estate scorsa Veltroni mi ha invitato a cantare al Colosseo, non ero pronto, non ce l'avrei fatta. L'anno prossimo magari...",
dice, abbozzando un sorriso dolcissimo.
Non ha voglia, oggi, di rivangare le umiliazioni subite in questi anni:
le accuse (fondate) di appoggiare la destra islamica di Erbakan in Turchia quando, finanziato da un gruppo di industriali tessili di Merter, Istanbul, tenne una serie di conferenze in Germania che avevano tutto il sapore di una campagna elettorale per "orientare" i voti degli immigrati;
nel 1990 e nel 2000 Israele gli ha negato il visto d'ingresso; nel 2004 gli Usa lo hanno rimpatriato come un terrorista dopo un volo Londra-Washington, da dove avrebbe dovuto proseguire per Nashville per una seduta di registrazione con Dolly Parton.
Pur avendo ripetutamente negato di aver appoggiato la fatwa pronunciata dall'ayatollah Khomeini contro Salman Rushdie in seguito alla pubblicazione dei Versetti satanici, Yusuf Islam è stato per anni considerato un fondamentalista per il rigore con cui ha abbracciato la nuova religione e ne ha seguito alla lettera i comandamenti.
"Per molti anni ho agito secondo il punto di vista sulla musica dell'Islam più conservatore, espresso da teologi che non riescono a ipotizzare nessun legame tra il nostro mondo e la cultura islamica",
ammette Yusuf.
"Ma ho continuato a studiare, ho riflettuto: il blues arriva dall'Africa, dalle navi negriere che trasportavano indifferentemente cristiani e musulmani. Ho scoperto solo di recente quanto grande sia stato il contributo della cultura islamica allo sviluppo della musica in Europa e alla diffusione della chitarra.
Ci sono ricerche che dimostrano che lo strumento è un'evoluzione del liuto in terra di Spagna. Anche le prime forme di intrattenimento derivano da una parola araba, taraba, che ha poi dato origine a trovatore, un tipo di cantastorie che è nato nella società islamica.
Poi... l'amore per le arti, la medicina, la ricerca scientifica: invece se guardi nei libri di storia c'è un gap enorme in queste discipline tra il Settecento dopo Cristo e il Sedicesimo secolo, come se niente fosse accaduto tra il periodo greco-romano e il Rinascimento. Da questa consapevolezza, immaginazione e creatività hanno cominciato a prendere il sopravvento. Senza ovviamente varcare i limiti della moralità, perché rimango dell'idea che c'è buona e cattiva musica, e non parlo solo di qualità, ma di influenze negative, di canzoni studiate appositamente per stimolare i più bassi istinti".
Il rigido dogmatismo di un tempo ha lasciato spazio a una più equilibrata consapevolezza. Qualche settimana fa, per la prima volta dopo molti anni, Islam ha ripercorso insieme a un giornalista della Bbc tutti i luoghi di Soho, nel cuore di Londra, dove è nato e cresciuto.
A partire dal ristorante di suo padre, che aveva un nome peccaminoso, Moulin Rouge (oggi è un bar della new economy, si chiama Nama, è al numero 245 di Shaftesbury Avenue). Inoltre, sulla copertina del disco ha voluto solo il suo nome, Yusuf, come se "Islam" fosse una connotazione troppo impegnativa, quasi blasfema, da abbinare a un album di musica pop.
Un ulteriore segno di distensione?
"Ho preferito accorciare il nome affinché il pubblico non avesse pregiudizi di fronte a quello che ascolta, anche se l'Islam rimane parte integrante della mia essenza, del mio comportamento, del mio carattere",
precisa. Ripensando all'adolescenza trascorsa a Soho, Yusuf ha anche inciso un classico degli anni Sessanta, Don't let me be misunderstood.
"Quella canzone mi fa pensare a Nina Simone: se c'è qualcuno che ha influenzato il mio modo di cantare è stata lei. Interpretò, I've got life, una canzone del musical Hair, che a Londra andava in scena in un teatro davanti a casa mia. Sono cresciuto con Hair.
Gli anni Sessanta? Anni di cambiamento, come quelli che stiamo vivendo: anche oggi dobbiamo cambiare e adattarci. E gettare dei ponti: questo è lo scopo del mio lavoro".
Chissà come avranno reagito i suoi figli, quando hanno visto quello speciale sulla Bbc, e Fouzia, che non esce mai senza coprirsi il capo.
"La mia famiglia, a esser sincero, non ha mai perso il contatto con Cat Stevens. I ragazzi hanno ascoltato tutti i miei dischi e sanno più cose di me di quante io ne ricordi. Credo che mio figlio Muhammad sia stato fortemente influenzato dall'artista che ero prima di diventare musulmano. Non l'ha mai detto apertamente: ma il suo più grande desiderio era che io tornassi a fare musica.
È stata sua madre - si sa, le mamme sono più accondiscendenti - a comprargli la prima chitarra, una Gibson nera che assomiglia moltissimo a quella che usavo io un tempo. Tutto quello che c'era da imparare in musica dopo trent'anni di silenzio, l'ho appreso da lui".
Muhammad Islam ha covato a lungo l'idea di diventare cantautore, ma non aveva il coraggio di dirlo a suo padre. Affinché i suoi ragazzi ricevessero un'educazione rigorosamente islamica, Yusuf fondò nel 1983 la Islamia School, nel quartiere di Kilburn, a due passi dalla sua residenza e dallo studio di amici architetti dove lo abbiamo incontrato per il suo ritorno discografico.
Non è stato dunque facile per il ragazzo comunicare al padre la sua scelta. Nel 1996, quando incontrammo Yusuf a Istanbul, gli chiedemmo cosa avrebbe fatto se uno dei suoi figli avesse deciso di seguire le orme di Cat Stevens:
"Non è un'eventualità che considero reale. I ragazzi sanno come vivono gli occidentali e non ne sono attratti",
rispose. Ora di fronte alla stessa domanda, con Muhammad che domani pubblica il suo primo disco con lo pseudonimo di Yoriyos, dice:
"So che mio figlio ha taciuto per anni la sua passione. Ma la vita va avanti e noi apprendiamo. In questi anni ho anche imparato a fare il padre e ho messo in piedi organizzazioni benefiche che sono di grande aiuto ai problemi del mondo. Le canzoni non sono sufficienti a far del bene".
C'è un verso di Don't let me be misunderstood che recita:
"Non sai che nessun essere umano può essere un angelo?".
Sembra scritto per l'ex Cat Stevens, che agli occhi del pubblico ha vissuto trent'anni come un monaco, un semiangelo al servizio di Allah.
"Sono cresciuto con una rigida educazione cattolica, anche se mio padre era greco ortodosso (sua madre era svedese, ndr)",
conclude Yusuf, che il 3 dicembre sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa e l'11 si esibirà al Nobel Peace Prize Concert a Oslo.
"È naturale che lo scopo finale della mia vita fosse la redenzione dai peccati. Ma non sapevo come farlo. Tutto sommato è facile vivere da monaco, o da angelo, fino a quando qualcuno non viene a strapparti le piume.
Più difficile è vivere in questo mondo e mantenere un equilibrio morale; l'Islam mi ha offerto una soluzione per riuscirci. Quando avevo sette anni, chiesi a una suora:
"Quando cominciano gli angeli a scrivere i nostri peccati"?
Rispose:
"Quando avrai otto anni!".
Ecco, io nella mia vita ho fatto di tutto per rimanere un angelo".
|
|
Angelo
AI PIEDI DEL MAESTRO
    
Regione: Piemonte
Prov.: Torino
Città: Torino
1559 Messaggi |
Inserito il - 26/11/2006 : 18:06:21
|
Stupenda testimonianza:
|
Sairam |
 |
|
emmes
Angelo dell'amore
    

Regione: Puglia
Prov.: Brindisi
Città: Brindisi
610 Messaggi |
Inserito il - 26/11/2006 : 19:26:54
|
Il tuo racconto mi affascina molto, credo che tutti i Musulmani dovrebbero avere la vita nel cuore. Per vivere tutti in santi pace. Chi sa vivere della musica,sa vivere anche nella musica degli angeli. |
Emmes |
 |
|
Acqua
Theodor Figlio della Luce
    

Regione: Lazio
Città: roma
546 Messaggi |
Inserito il - 26/11/2006 : 21:08:14
|
E' una storia molto bella..

 67,3 KB
|
Quando l'Angelo ti indicherà la strada è lì che il tuo Cuore andrà.............. |
 |
|
Angelo
AI PIEDI DEL MAESTRO
    
Regione: Piemonte
Prov.: Torino
Città: Torino
1559 Messaggi |
Inserito il - 15/09/2007 : 11:00:24
|
In questi Giorni in tutto il mondo Musulmano è il periodo dell'Ramadam,un digiuno per molte ore della Giornata(quasi interamente)
Un mese dedicato a l'incontro con DIO,e chiedere il suo perdono e aiuto.
Una volta anche per noi cera una cosa che si chiamava QUARESIMA,una cosa che unisce,ma noi abbiamo un po scordato. E con esso tante importanti piccole cose della vita. A tutti I Musulmani in Italia,e Italiani che il Signore sia con tutti NOI,credenti in DIO unico. |
Sairam |
 |
|
luciana.b
Virtuoso partecipante
  

Regione: Lombardia
Prov.: Bergamo
Città: bergamo
167 Messaggi |
Inserito il - 16/09/2007 : 22:37:34
|
non conoscevo questa storia di cat stevens, era il mio preferito negli anni 70 ed ancora oggi. ricordo che fatica feci coi miei soldini x comperarmi il suo LP. grazie piccolo principe, mi ha fatto veramente piacere leggere questa vita cosi' molto particolare. ciao a presto |
luciana |
 |
|
Annalisa
Moderatore
    

Regione: Veneto
Prov.: Verona
Città: Verona
645 Messaggi |
Inserito il - 18/09/2007 : 09:40:36
|
Citazione: Messaggio inserito da Angelo
In questi Giorni in tutto il mondo Musulmano è il periodo dell'Ramadam,un digiuno per molte ore della Giornata(quasi interamente)
Un mese dedicato a l'incontro con DIO,e chiedere il suo perdono e aiuto.
Una volta anche per noi cera una cosa che si chiamava QUARESIMA,una cosa che unisce,ma noi abbiamo un po scordato. E con esso tante importanti piccole cose della vita. A tutti I Musulmani in Italia,e Italiani che il Signore sia con tutti NOI,credenti in DIO unico.
Mi unisco al tuo pensiero, Angelo: CHE IL SIGNORE SIA CON TUTTI NOI!!! |
Annalisa |
 |
|
|
Discussione  |
|
|
|