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WildThing
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Inserito il - 11/07/2006 : 10:54:16  Mostra Profilo
IL POTERE DEL PRASADAM

La dieta Hare Krishna sfrutta pienamente la saggezza contenuta nella frase:
"Tu sei quello che mangi."

Recentemente ho ricevuto un telefonata interessante. Una mia vecchia insegnante d'inglese della High School af Art and Design di New York mi chiedeva se potevo trovarle una tazza di halava, un dolce indiano che i devoti Hare Krishna servono durante le feste e gli altri programmi pubblici. "Sai," mi disse, "quello che voi chiamate prasadam."
Il prasadam � il cibo preparato per Krishna e offerto a Lui. La cosa strana era che essa non assaggiava questa delicatezza spirituale � halava prasadam � da quasi trent'anni. Una volta avevo servito qualcosa durante la sua lezione d'inglese, nei primissimi anni del mio coinvolgimento nella coscienza di Krishna. Non l'avevo pi� vista n� avevo pensato a lei fin dai tempi del liceo. Ma eccola qua che mi chiama al telefono dopo tutto questo tempo, chiedendomi del prasada nella forma di halava.

Ricordo che le era piaciuto molto, ma cos� tanto da chiamarmi al telefono per questo, "Non l'ho mai dimenticato," disse. "Durante gli anni sono andata in vari ristoranti indiani cercando di riprovare questa esperienza, ma non ci sono riuscita." Le chiesi se aveva ordinato halava in questi ristoranti. "S�, sempre, ma scommetto che si trattava del fattore prasadam. Nessun ristorante indiano ha saputo riprodurre lo stesso gusto. "Aveva ragione. Il prasadam � pi� che un insieme di cereali, frutta, spezie e verdura. � una trasformazione della materia in spirito in un modo che solo Dio pu� fare. Il Signore Caitanya, Krishna stesso nella forma del Suo proprio devoto, glorificava il prasadam in questo modo:

"Tutti hanno gi� assaggiato in altre occasioni queste sostanze materiali. In questi ingredienti per� sono presenti un gusto e una fragranza eccezionali. Assaggiateli e ne sperimenterete la differenza. Oltre al sapore, anche la fragranza soddisfa la mente e fa dimenticare ogni altra dolcezza. Si deve quindi comprendere che il nettare spirituale delle labbra di Krishna ha toccato questi ingredienti e vi ha trasferito tutte le Sue qualit� spirituali.
� Sri Caitanya-caritamrita, Antya-lila 16.108-112


LA DIETA VEGETARIANA PI� ELEVATA

La maggior parte delle persone vedono la dieta Hare Krishna solo come una variante della nostra tipica dieta vegetariana. Ed � una forma di vegetarianesimo, ma in realt� � molto pi� di questo. � "Krishnarianesimo". Poich� il cibo � stato offerto al Signore, la dieta non solo � completa dal punto di vista materiale, ma � anche spiritualmente edificante. Di tutte le diete vegetariane, una dieta latto-vegetariana � una dieta senza carne che fa uso di latticini � sembra la pi� pratica e certamente la pi� salutare per l'uomo moderno. Ho documentato le prove a sostegno di questa tesi nel mio libro "Diet for Trascendence".
Ma oltre ad essere perfetta dal punto di vista materiale, la dieta Hare Krishna � anche la migliore fra le diete spirituali perch� � esclusivamete composta da cibo offerto a Krishna con amore e devozione.

Secondo la Bhagavad-gita (9.27) l'intero metodo della coscienza di Krishna pu� essere sintetizzato come segue: "Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi od offra in carit�, come pure le austerit� che compi � offri tutto a Me [Krishna]."
Per questa ragione l'offerta del cibo a Krishna � una parte essenziale della tradizione Hare Krishna. La ragione centrale del vegetarianesimo Hare Krishna � che Krishna accetta solo cibi vegetariani e i devoti non mangiano niente senza prima averlo offerto a Lui come sacrificio religioso. In altre parole i devoti di Krishna preferiscono offrirgli spontaneamente questi cibi che Egli stesso (nelle scritture) dice di mangiare volentieri e poi ne accettano i resti come Sua misericordia (letteralmente prasadam significa "misericordia"). Questo, affermano gli antichi testi sacri indiani, � "lo yoga del mangiare".

E Krishna riceve il cibo in un modo che � anch'esso yogico o mistico. Poich� Egli � un'entit� spirituale assoluta, ogni parte del Suo corpo pu� compiere le funzioni di ciascuna delle altre parti. Perci� quando vengono offerte preghiere appropriate, esse attraggono la Sua attenzione ed allora Egli accetta il prasadam guardandolo � lo mangia con i Suoi occhi. E questo non � cos� difficile da comprendere: come Dio egli pu� semplicemente mangiare il cibo senza consumarlo davvero e questo � importante perch� � per questa ragione che noi ne abbiamo i resti. Ci si potrebbe chiedere perch� mai offrire il cibo a Dio. Egli non ha bisogno delle nostre misere offerte; pu� mantenersi bene senza di esse. Allora qual � esattamente il significato di prasadam?

La nostra tradizione di Krishna ci dice che mentre Dio non ha bisogno delle nostre offerte di cibo, noi abbiamo bisogno dell'intimit� e del profondo collegamento di offrire il cibo a Lui. Nella maggior parte dei sistemi religiosi, a Dio viene chiesto il cibo, ma nella coscienza di Krishna i devoti offrono il cibo a Dio come un'espressione d'amore. Anche nelle comuni relazioni, qualcuno ci pu� offrire del cibo in segno di calore e di affetto. Non � soltanto il cibo che viene apprezzato, ma la premura e la considerazione che ci vengono messe. Nello stesso modo, la pratica di offrire cibo a Dio � fatta per aiutarci ad accrescere il nostro amore e la nostra devozione verso di Lui. Offrire cibo al Signore � al centro di uno scambio d'amore con Lui. Ci aiuta a renderci conto che Egli per primo ci offre il cibo per mezzo della natura � la terra e la madre mucca � e che noi possiamo mostrare la nostra gratitudine compiendo il rito di restituirglielo con amore e devozione. Egli allora ci permette di prenderne i resti come Sua speciale misericordia.


L'EUCARESTIA E IL PRASADAM

Tutte le persone religiose occidentali o orientali recitano preghiere in relazione al cibo e questo � certamente un elemento importante nell'offerta del prasadam, ma un esempio pi� calzante in Occidente � l'idea cristiana della transustanzazione, in cui il pane e il vino vengono misticamente trasformati nel corpo (spirituale) e nel sangue di Cristo. Il concetto di prasadam � simile, ma va ben oltre. Il prasadam � l'essenza di tutto il mondo spirituale. � Radha e Krishna e il loro scambio d'amore. � spiritualit� sotto forma di cibo. In pi�, a differenza dell'Eucaristia non � semplicemente un'ostia settimanale. Ogni boccone che entra nella bocca di una persona diventa, si potrebbe dire, un atto di devozione completo.

Mentre l'Eucaristia e il prasadam significano entrambi ricevere Dio attraverso le proprie labbra, dando nutrimento spirituale a tutti coloro che partecipano, soltanto il prasadam nutre completamente il corpo. Questa distinzione � importante. Il prasadam � completamente inserito nella vita quotidiana del devoto e suscita un'intensa consapevolezza della misericordia di Dio, attraverso il cibo e la natura. Il prasadam � completamente spirituale perch� Krishna � supremamente potente e tutto quello che entra in contatto con Lui viene sovraccaricato dalla Sua santa presenza. Per mezzo di questo contatto, la materia diventa completamente pura e spirituale, proprio come Lui. Perfino nel mondo fisico alcune cose possono purificare altre sostanze. Per esempio il sole, con i suoi raggi potenti, pu� distillare acqua pura e fresca da un lago contaminato da inquinanti. Se un oggetto materiale come il sole pu� agire in questo modo, allora noi possiamo a malapena immaginare la potenza purificatrice del Signore Supremo, che senza sforzo ha creato milioni di soli.

Quindi, nella coscienza di Krishna impariamo che Egli, per mezzo delle Sue incommensurabili energie trascendentali, pu� trasformare la materia in spirito. L'esempio tradizionale � quello di porre una sbarra di ferro nel fuoco � in poco tempo la sbarra assume tutte le qualit� essenziali del fuoco, come il calore, il fumo e la luce. Ti brucer� se la tocchi. Allo stesso modo le preparazioni materiali offerte a Krishna diventano completamente spiritualizzate se poste con amore alla Sua presenza. Questo si compie preparando il cibo con cuore gioioso, offrendo opportune preghiere e restituendo con devozione a Krishna i cibi che Egli misericordiosamente ci ha distribuito prima. Quando il cibo vegetariano viene in questo modo riofferto a Dio assume una speciale qualit� che purifica tutti coloro che lo consumano e tutti coloro che lo condividono con gli altri. I devoti esperti possono gustarne la differenza. E qualche volta, questo pu� accadere a qualche insegnante d'inglese molto fortunata.


scritto da Satyaraja dasa

Anima
Dio proteggimi

Angelo del silenzio



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Inserito il - 11/07/2006 : 20:58:41  Mostra Profilo


Mentre l'Eucaristia e il prasadam significano entrambi ricevere Dio attraverso le proprie labbra, dando nutrimento spirituale a tutti coloro che partecipano, soltanto il prasadam nutre completamente il corpo.


Consentimi di esprimerti la mia opinione a riguardo: secondo me questa distinzione non ha motivo di esistere in quanto la transustansiazione dell'ostia che simboleggia il pane � questultimo vuole essere concetto pi� ampio che riguarda tutto il cibo nutrimento del corpo e come tale va apprezzato e inteso come grazia di Dio.

Inoltre colgo l'occasione per postare,per l'attinenza del tema, degli insegnamenti tratti dalla Bhagavad-gita,che ho avuto modo di leggere nel capitolo 17 (a me tanto caro)che immagino voi tutti troverete interessanti:


VERSO 8

ayuh-sattva-balarogya-
sukha-priti-vivardhanah
rasyah snigdhah sthira hridya
aharah sattvika-priyah


TRADUZIONE

I cibi graditi a coloro che sono situati nella virt� accrescono la durata della vita, purificano l'esistenza e danno forza e salute, felicit� e soddisfazione. Questi alimenti sono succosi, grassi, sani e graditi al cuore.


L.
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WildThing
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Inserito il - 12/07/2006 : 09:14:09  Mostra Profilo
Si, ma difatti le distinzioni nella vita spirituale non hanno granch� senso.....
Le Scritture ci informano relativamente al fatto che Dio � Assoluto, dunque tutto ci� che arriva a riguardarLo direttamente si spiritualizza a tal punto da divenire NON differente da Lui stesso.
Il "mantra Hare Krishna" poich� composto da Nomi di Dio si dice sia l'Incarnazione sonora di Dio stesso, il Nome di Dio � Dio fatto suono.
Cos� � per il prashadam, cibo offerto a Dio sull'altare, dal momento che Dio lo accetta esso diviene NON differente da Dio stesso. Ci "cibiamo di Dio" in un certo qual modo.
L'Eucaristia � la stessa cosa da un certo punto di vista, quel pane offerto sull'altare diventa Cristo stesso, il Corpo di Cristo, i Veda lo definirebbero "Maha Prashadam", ci� che viene direttamente pervaso dalla potenza del Signore.
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Angelo del silenzio



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Inserito il - 12/07/2006 : 11:08:01  Mostra Profilo
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Si, ma difatti le distinzioni nella vita spirituale non hanno granch� senso.....
Le Scritture ci informano relativamente al fatto che Dio � Assoluto, dunque tutto ci� che arriva a riguardarLo direttamente si spiritualizza a tal punto da divenire NON differente da Lui stesso.
Il "mantra Hare Krishna" poich� composto da Nomi di Dio si dice sia l'Incarnazione sonora di Dio stesso, il Nome di Dio � Dio fatto suono.
Cos� � per il prashadam, cibo offerto a Dio sull'altare, dal momento che Dio lo accetta esso diviene NON differente da Dio stesso. Ci "cibiamo di Dio" in un certo qual modo.
L'Eucaristia � la stessa cosa da un certo punto di vista, quel pane offerto sull'altare diventa Cristo stesso, il Corpo di Cristo, i Veda lo definirebbero "Maha Prashadam", ci� che viene direttamente pervaso dalla potenza del Signore.


Sono assolutamente certa anche io che le distinzioni non hanno alcun senso: Dio viene con nomi differenti per salvare indistintamente tutti i popoli con cultura differente.
Ogni cosa proviene da Dio e ne � la sua manifestazione.

L.
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WildThing
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Inserito il - 12/07/2006 : 12:36:51  Mostra Profilo
Si, le distinzioni possono essere molto utili per noi, al fine di capire meglio, dato che la nostra mente � strutturata in modo tale da sentirne il bisogno....occorre per� capire che il fondamento non sta nelle distinzioni, ma sta sempre nell'arrivare ad amare Dio.
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Angelo del silenzio



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Inserito il - 12/07/2006 : 12:53:44  Mostra Profilo
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Si, le distinzioni possono essere molto utili per noi, al fine di capire meglio, dato che la nostra mente � strutturata in modo tale da sentirne il bisogno....occorre per� capire che il fondamento non sta nelle distinzioni, ma sta sempre nell'arrivare ad amare Dio.


Si le distinzioni sono fondamentali per delle culture diverse ma l'importante � non basarsi su quest'ultime per giustificare un fanatismo estremo.
Secondo la mia modesta opinione persino gli atei se seguono un'ideale di morale e di giustizia assoluta si conformano a dei precetti divini e seguono le scritture senza neanche saperlo.
Sia nella tua dottrina che nella mia spesso ci sono riferimenti alla predilezione che Dio ha riguardo
"i giusti" e le loro opere.


L.
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WildThing
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Inserito il - 12/07/2006 : 13:49:17  Mostra Profilo
eh, gli atei......
Hai accennato ad un discorso molto interessante e fecondo di riflessioni, ci sarebbero da dire molte cose, purtroppo non sono molte quelle che possono risultare a favore dei cosiddetti "atei".
Essere ateo significa sostanzialmente non voler avere niente a che fare con Dio. Potrai essere uno che non fa male a nessuno, ma fintanto che con le tue stesse mani ti poni al di la del potere d'azione di Dio, di certo strada non ne farai molta, almeno in senso spirituale.
Essere ateo significa essere un ammalato grave che rifiuta strenuamente la terapia che gli servirebbe per guarire.
Che dire a questo proposito.....purtroppo l'ammalato morir�, lui stesso si � scelto questa sorte.
Cos� l'ateo, una volta persa quesdta dimensione corporea non andr� incontro ad un destino particolarmente felice.
Di certo non torner� a Dio, questo almeno � escluso.
Potr� aver fatto tanto bene, naturalmente rinascer� in questo caso con un buon karma, ma sar� sempre e comunque profondissimamente invischiato nell'illusione e nella materia.
Poi anche il bene che potr� aver fatto � comunque relativo; una persona che rifiuta Dio, che bene potr� mai fare?
Rifiutando Dio commette gi� la cosa peggiore che possa esistere.
Spesso alcuni atei si impegnano in grandi opere di natura filantropica o sociale....si, questo � bene da un punto di vista materiale, generalmente per� le motivazioni profonde di queste persone sono profondamente egoistiche. Quindi rimarranno comunque opere spiritualmente sterili, o quasi.
L'unica cosa davvero buona che un ateo dovrebbe fare sarebbe....smettere immediatamente di essere ateo.
Fintanto che � ateo sar� sempre un egoista perch� porr� se stesso al centro dell'universo, sar� anche necessariamente un presuntuoso perch� non accetter� l'esistenza di una Verit� superiore a se stesso.
Sar� anche un ladro,in accordo con quanto affermano le Scritture Vediche.
Un ateo � sempre un ladro dal momento che approfitta delle propriet� di Dio, le utilizza credendole sue, non rendendosi conto che ci� che � suo in origine gli � stato dato. Un ladro e un ingrato.
Queste persone vengono definite "mudha", "somari" dalla Gita.
Generalmente gli atei una volta morti perdono anche la possibilit� di ottenere una forma umana nell'esistenza successiva, devono ricominciare daccapo il ciclo evolutivo.
Non avendo riconosciuto l'esistenza del Signore hanno fatto cattivo uso dell'intelligenza, quindi nella vita successiva gli verr� levata e per riaverla dovranno prima ripercorrere tutto il ciclo evolutivo, dal protozoo, all'alga, all'albero, all'insetto, all'animale su su fino alla forma umana di nuovo, questo per� comporta milioni di esistenze.
Ecco perch� ti dico, atei � sempre molto meglio NON esserlo.
Ateo significa sostanzialmente dire a Dio "vattene, non ti voglio, tu non esisti, fuori di qua".
Perci� una persona che vive secondo un principio come questo non pu� mai essere considerata davvero buona o giusta.
Ha per� sempre modo di redimersi.
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onirica.parabola
...donando un sorriso

amicizia innocente



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Inserito il - 12/07/2006 : 17:30:41  Mostra Profilo
il fondamento non sta nelle distinzioni, ma sta sempre nell'arrivare ad amare Dio.


La Verit� � L'UNICITA' DELL'AMORE DI DIO CREATORE DI TUTTE LE COSE VISIBILI ED INVISIBILI
e riconoscersi tutti figli dell'UNICO PADRE e fratelli in cammino verso il ritorno al mio CREATORE

(personalmente lo ripropongo a me stessa ogni volta nel pronunciare e aderire ai principi fondanti del credo cattolico)

gli approcci o strade possono essere diverse...l'obiettivo � unico



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Angelo del silenzio



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Inserito il - 12/07/2006 : 17:38:37  Mostra Profilo
Citazione:
Messaggio inserito da WildThing

eh, gli atei......
Hai accennato ad un discorso molto interessante e fecondo di riflessioni, ci sarebbero da dire molte cose, purtroppo non sono molte quelle che possono risultare a favore dei cosiddetti "atei".
Essere ateo significa sostanzialmente non voler avere niente a che fare con Dio. Potrai essere uno che non fa male a nessuno, ma fintanto che con le tue stesse mani ti poni al di la del potere d'azione di Dio, di certo strada non ne farai molta, almeno in senso spirituale.


Al mondo ci sono 920 milioni di atei e 920 milioni di intendere l'ateismo: c'� chi � convinto di essere pocopi� di una scimmia c'� chi crede di essere l'unico dio del creato,ma sostanzialmente li accomuna la convinzione estrema che niente vi � oltre la materia.

Loro credono di essere formati solo di corpo e mente e tutto quello che noi riteniamo abbia sede nel'anima, loro lo collocano nella ragione e nella sua esigenza dell'irrazionale attaccamento alla vita fino a generare "farneticazioni che affermano l'immortalit� dell'anima".


Citazione:


Essere ateo significa essere un ammalato grave che rifiuta strenuamente la terapia che gli servirebbe per guarire.
Che dire a questo proposito.....purtroppo l'ammalato morir�, lui stesso si � scelto questa sorte.


Certo meno patologico di pericolosi estremismi di natura religiosa

Citazione:

Cos� l'ateo, una volta persa quesdta dimensione corporea non andr� incontro ad un destino particolarmente felice.



Che � molto pi� di quanto si aspetta visto che crede fermamente che la morte equivale alla fine di tutto...


Citazione:


Di certo non torner� a Dio, questo almeno � escluso.
Potr� aver fatto tanto bene, naturalmente rinascer� in questo caso con un buon karma, ma sar� sempre e comunque profondissimamente invischiato nell'illusione e nella materia.
Poi anche il bene che potr� aver fatto � comunque relativo; una persona che rifiuta Dio, che bene potr� mai fare?
Rifiutando Dio commette gi� la cosa peggiore che possa esistere.
Spesso alcuni atei si impegnano in grandi opere di natura filantropica o sociale....si, questo � bene da un punto di vista materiale, generalmente per� le motivazioni profonde di queste persone sono profondamente egoistiche. Quindi rimarranno comunque opere spiritualmente sterili, o quasi.


Sono daccordo,sterili quanto quelle di un credente che si adopera non mosso da compassione per il prossimo, ma spinto sostanzialmente dallo scopo di trarne indulgenze.




Citazione:

L'unica cosa davvero buona che un ateo dovrebbe fare sarebbe....smettere immediatamente di essere ateo.
Fintanto che � ateo sar� sempre un egoista perch� porr� se stesso al centro dell'universo, sar� anche necessariamente un presuntuoso perch� non accetter� l'esistenza di una Verit� superiore a se stesso.



Fino a qualche mese fa anche io pensavo che un ateo equivalesse ad un stanista con la sola differenza di adorare un demone pi� scaltro:se stesso.
Ora sono intimamente convinta che ogni uomo sia esso ateo o crednte prima di tutto risponde alla propria coscenza dove risiede Dio perch� Egli vi ha impresso a fuoco il comandamento per eccellenza: non fare ad altri ci� che non vuoi che sia fatto a te stesso


Citazione:

Sar� anche un ladro,in accordo con quanto affermano le Scritture Vediche.
Un ateo � sempre un ladro dal momento che approfitta delle propriet� di Dio, le utilizza credendole sue, non rendendosi conto che ci� che � suo in origine gli � stato dato. Un ladro e un ingrato.
Queste persone vengono definite "mudha", "somari" dalla Gita.
Generalmente gli atei una volta morti perdono anche la possibilit� di ottenere una forma umana nell'esistenza successiva, devono ricominciare daccapo il ciclo evolutivo.
Non avendo riconosciuto l'esistenza del Signore hanno fatto cattivo uso dell'intelligenza, quindi nella vita successiva gli verr� levata e per riaverla dovranno prima ripercorrere tutto il ciclo evolutivo, dal protozoo, all'alga, all'albero, all'insetto, all'animale su su fino alla forma umana di nuovo, questo per� comporta milioni di esistenze.
Ecco perch� ti dico, atei � sempre molto meglio NON esserlo.
Ateo significa sostanzialmente dire a Dio "vattene, non ti voglio, tu non esisti, fuori di qua".
Perci� una persona che vive secondo un principio come questo non pu� mai essere considerata davvero buona o giusta.
Ha per� sempre modo di redimersi.


Nagare l'esistenza di Dio a volte pu� essere giustificata da una cultura alla quale si apprtiene radicata nell'animo perch� � l'unica che si � avuto l'opportunit� di acquisire. Mentre la moralit� esiste sempre e corrisponde all'ideale di giustizia assoluto del diritto naturale.

L.
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WildThing
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Inserito il - 12/07/2006 : 19:13:57  Mostra Profilo
Allora, rispondo per punti alle tue interessantissime riflessioni per cercare di essere esaustivo:

1)Si, tutto ci� che noi crediamo sia facolt� dell'anima loro lo collocano nella ragione.
Ad uno di loro per� io chiederei di dirmi quale differenza passi tra un vivo ed un cadavere.
Una persona appena morta possiede ancora dentro s� sangue, cuore, polmoni, cervello, ossa, tendini, organi vitali ecc.
Di materiale c'� proprio tutto, per� ora quel corpo � morto mentre fino ad un attimo prima era vivo. La differenza dove risiede quindi?
Non nella materia, perch� la materia � li fino all'ultimo grammo. Qualcosa ha lasciato il corpo, che da vivo � divenuto morto.
Quel "qualcosa" la potremo chiamare anima, spirito, S�, come meglio crediamo, di certo non la possiamo identificare con qualcosa di materiale.
Chiederei poi all'ateo, il quale � convinto assertore del fatto che tutto inizi e termini con la materia, di assemblare un corpo e dargli vita, semplicemnete "montando" tutte le componenti materiali che si rendano necessarie. Cos� gli fornir� della pelle, un cervello, un cuore, delle ossa ecc. ecc..
Al pi�, assemblando queste componenti quell'ateo sar� in grando di creare una sorta di pupazzo, non un essere vivo.
Allora il mio quesito sar�: "come mai non sei riuscito a dargli vita dato che secondo te tutto si esaurisce nella materia"?

2)gli estremismi di natura religiosa potranno essere materialmente pericolosi perch� chi li mette in atto e ci si ritrova � sicuramente un facinoroso, uno spostato, potr� arrecare disagio a s� e agli altri, l'ateismo � altrettanto pericoloso dal punto di vista spirituale, perch� ti pone agli antipodi rispetto a Dio.
L'ateo rovina se stesso e rovina coloro che entrano nel suo raggio d'azione perch� "toglie" loro, perlomeno in via potenziale, la Fonte di vita alla quale tutti dovrebbero invece riferirsi prima di ogni altra cosa.
Perci� siamo di fronte a due situazioni problematiche di natura diversa, siamo di fronte a due "malattie" di natura diversa che andrebbero guarite con il medesimo farmaco: l'Amore per Dio che renderebbe il fanatico un credente e l'ateo un essere umano degno di questo nome.
L'animale difatti NON crede in Dio e non si rif� a nessun sistema religioso, per� rientra nella sua natura. L'uomo � dotato di intelligenza in ordine al suo essere chiamato alla realizzazione spirituale. Ergo chi rifiuta Dio rinuncia al compito peculiare per cui � incarnato dentro ad una forma umana.

3)Secondo le Scritture rivelate il destino che, chi rifiuta Dio scientemente incontrer�, � infinitamente peggiore rispetto al -tutto sommato- innocuo 'nulla' che un ateo si aspetterebbe di trovare.
Ed ancor peggiore sar� il destino di chi indurr� altri ad allontanarsi da Dio.
Lo Srimad Bhagavatam descrive dettagliatamente il destino che chi rifiuta Dio andr� ad incontrare in una situazione di vita futura: grandissime sofferenze di ogni tipo, su questo pianeta oppure presso altri regni, altre dimensioni.
E questo non ci deve stupire troppo. Un ateo, allontanandosi da Dio, si espone al Male. Chi si espone al male per sua scelta dovr� soffrire.
Perci� un ateo inconter� dopo la dipartita fisica non il "nulla" ma molta sofferenza, di ogni tipo.

4)Se un credente crede per guadagnare indulgenze � un Sahaja non un credente, cio� un menzognero. Un istrione, uno che finge.
Secondo la Bhagavad Gita la prima qualit� che un Bhakta (devoto) deve possedere � appunto la compassione. Compassione che lo porti in primis a salvare dal terribile destino che li attende, coloro che hanno intrapreso un percorso di vita fondato sull'ateismo e sul materialismo.
Perci� un vero credente sar� compassionevole al punto da andare per le strade del mondo per offrire a tutti l'Amore di Dio.
Si dice che i pi� grandi devoti di Krishna si inginocchiassero davanti agli atei supplicandoli a mani giunte: "signore, la supplico, mi ascolti, accetti Dio!".
Questo � un credente, questo � un vaishnava.

5) La coscienza � la voce di Dio ed ogni uomo dovrebbe rispondere ad essa, il problema � che se scacci Dio e gli chiedi di allontanarsi da te finirai per non riuscire pi� a sentire nemmeno la Sua voce.
E' detto che di fronte ad un rifiuto Dio realmente si allontani, difatti Egli � risoluto nel non forzare nessuno ad amarlo.
Il Signore da' SEMPRE a TUTTI svariate opportunit� per incontrarLo e per conoscerLo a prescindere dalla cultura alla quale appartengono: spesso viene addirittura in persona al fine di ottemperare a questo compito! La scelta poi sar� nostra: accettare o rifiutare la Sua misericordia. Non c'� nessuna giustificazione che possa avallare l'ateismo. Non ci sono buoni motivi che possano giustificare il rifiutare Dio. Chi lo fa � sempre molto, molto sfortunato.
E oserei concludere dicendo che il Signore si aspetta che noi agiamo come Suoi strumenti, adoperandoci al fine di elargire agli sfortunati la buona fortuna.
Pi� atei salveremo, pi� preziosi saremo agli occhi del Signore.
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Angelo del silenzio



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Inserito il - 12/07/2006 : 21:24:53  Mostra Profilo
Citazione:
Messaggio inserito da WildThing

Allora, rispondo per punti alle tue interessantissime riflessioni per cercare di essere esaustivo:

1)Si, tutto ci� che noi crediamo sia facolt� dell'anima loro lo collocano nella ragione.
Ad uno di loro per� io chiederei di dirmi quale differenza passi tra un vivo ed un cadavere.
Una persona appena morta possiede ancora dentro s� sangue, cuore, polmoni, cervello, ossa, tendini, organi vitali ecc.
Di materiale c'� proprio tutto, per� ora quel corpo � morto mentre fino ad un attimo prima era vivo. La differenza dove risiede quindi?
Non nella materia, perch� la materia � li fino all'ultimo grammo. Qualcosa ha lasciato il corpo, che da vivo � divenuto morto.
Quel "qualcosa" la potremo chiamare anima, spirito, S�, come meglio crediamo, di certo non la possiamo identificare con qualcosa di materiale.
Chiederei poi all'ateo, il quale � convinto assertore del fatto che tutto inizi e termini con la materia, di assemblare un corpo e dargli vita, semplicemnete "montando" tutte le componenti materiali che si rendano necessarie. Cos� gli fornir� della pelle, un cervello, un cuore, delle ossa ecc. ecc..
Al pi�, assemblando queste componenti quell'ateo sar� in grando di creare una sorta di pupazzo, non un essere vivo.
Allora il mio quesito sar�: "come mai non sei riuscito a dargli vita dato che secondo te tutto si esaurisce nella materia"?


Ebbene l'ateo ti risponder�:
1."non ci sar� vita perh� non � un congegno funzionante"
2."e comunque non sono il doc.frankenstein"


Citazione:

2)gli estremismi di natura religiosa potranno essere materialmente pericolosi perch� chi li mette in atto e ci si ritrova � sicuramente un facinoroso, uno spostato, potr� arrecare disagio a s� e agli altri, l'ateismo � altrettanto pericoloso dal punto di vista spirituale, perch� ti pone agli antipodi rispetto a Dio.
L'ateo rovina se stesso e rovina coloro che entrano nel suo raggio d'azione perch� "toglie" loro, perlomeno in via potenziale, la Fonte di vita alla quale tutti dovrebbero invece riferirsi prima di ogni altra cosa.
Perci� siamo di fronte a due situazioni problematiche di natura diversa, siamo di fronte a due "malattie" di natura diversa che andrebbero guarite con il medesimo farmaco: l'Amore per Dio che renderebbe il fanatico un credente e l'ateo un essere umano degno di questo nome.
L'animale difatti NON crede in Dio e non si rif� a nessun sistema religioso, per� rientra nella sua natura. L'uomo � dotato di intelligenza in ordine al suo essere chiamato alla realizzazione spirituale. Ergo chi rifiuta Dio rinuncia al compito peculiare per cui � incarnato dentro ad una forma umana.


Su questo punto sostanzialmente siamo daccordo

Citazione:

3)Secondo le Scritture rivelate il destino che, chi rifiuta Dio scientemente incontrer�, � infinitamente peggiore rispetto al -tutto sommato- innocuo 'nulla' che un ateo si aspetterebbe di trovare.
Ed ancor peggiore sar� il destino di chi indurr� altri ad allontanarsi da Dio.


dissento "sull'innocuo nulla": comunque � un'altra opportunit�!
Mi trovi daccordo sul resto e innesterei qui una discussione su quanti modi esistono per istigare gli altri contro Dio, parentesi che apro alla luce di una mia recente esperienza.


Citazione:

Lo Srimad Bhagavatam descrive dettagliatamente il destino che chi rifiuta Dio andr� ad incontrare in una situazione di vita futura: grandissime sofferenze di ogni tipo, su questo pianeta oppure presso altri regni, altre dimensioni.
E questo non ci deve stupire troppo. Un ateo, allontanandosi da Dio, si espone al Male. Chi si espone al male per sua scelta dovr� soffrire.
Perci� un ateo inconter� dopo la dipartita fisica non il "nulla" ma molta sofferenza, di ogni tipo.

4)Se un credente crede per guadagnare indulgenze � un Sahaja non un credente, cio� un menzognero. Un istrione, uno che finge.
Secondo la Bhagavad Gita la prima qualit� che un Bhakta (devoto) deve possedere � appunto la compassione. Compassione che lo porti in primis a salvare dal terribile destino che li attende, coloro che hanno intrapreso un percorso di vita fondato sull'ateismo e sul materialismo.
Perci� un vero credente sar� compassionevole al punto da andare per le strade del mondo per offrire a tutti l'Amore di Dio.
Si dice che i pi� grandi devoti di Krishna si inginocchiassero davanti agli atei supplicandoli a mani giunte: "signore, la supplico, mi ascolti, accetti Dio!".
Questo � un credente, questo � un vaishnava.


trovo davvero interessanti questi insegnamenti non per niente mi accosto volentieri a queste letture.
Citazione:


5) La coscienza � la voce di Dio ed ogni uomo dovrebbe rispondere ad essa, il problema � che se scacci Dio e gli chiedi di allontanarsi da te finirai per non riuscire pi� a sentire nemmeno la Sua voce.
E' detto che di fronte ad un rifiuto Dio realmente si allontani,




La coscienza � insita nella ragione puoi non darle ascolto ma mai metterla a tacere. Dio paterno e paziente non si allontaner� mai da te ma cercher� un modo di metterti sulla strada giusta fino all'istante della tua morte.
Citazione:

difatti Egli � risoluto nel non forzare nessuno ad amarlo.


Appunto concedendo il libero arbitrio di certo non ti costringe
Citazione:


Il Signore da' SEMPRE a TUTTI svariate opportunit� per incontrarLo e per conoscerLo a prescindere dalla cultura alla quale appartengono: spesso viene addirittura in persona al fine di ottemperare a questo compito! La scelta poi sar� nostra: accettare o rifiutare la Sua misericordia. Non c'� nessuna giustificazione che possa avallare l'ateismo. Non ci sono buoni motivi che possano giustificare il rifiutare Dio. Chi lo fa � sempre molto, molto sfortunato.


Non tutti nascono in una famiglia dove si prediligge il lato religioso della vita spesso o per cultura o per ignoranza i punti di partenza sono diversi e non si pu� non prenderne atto ci sono interi stati "totalitari" che ostacolano la diffusione delle religioni.

Citazione:

E oserei concludere dicendo che il Signore si aspetta che noi agiamo come Suoi strumenti, adoperandoci al fine di elargire agli sfortunati la buona fortuna.
Pi� atei salveremo, pi� preziosi saremo agli occhi del Signore.



Sentirti strumento nelle mani del Signore � molto umile da parte tua ma rischi l'effetto contrario se ti senti direttamente investito dei suoi comandi ad arginare l'ateismo

L.
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