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WildThing
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Citt�: Cremona


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Inserito il - 02/07/2006 : 13:57:39  Mostra Profilo


Sua Santit� Srila Bhaktivedanta Swami Prabhupada Fondatore del Movimento Internazionale per la Coscienza di Krishna.

WildThing
Appassionato partecipante

Citt�: Cremona


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Inserito il - 02/07/2006 : 14:00:30  Mostra Profilo


Sri Krishna, Dio la Persona Suprema
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WildThing
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Citt�: Cremona


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Inserito il - 02/07/2006 : 14:02:12  Mostra Profilo


Il Signore Sri Caitanya Mahaprabhu
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WildThing
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Citt�: Cremona


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Inserito il - 02/07/2006 : 14:25:03  Mostra Profilo






I Devoti di Krishna
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Your AngeL
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Citt�: -


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Inserito il - 02/07/2006 : 14:35:46  Mostra Profilo

dove sono coloro che soffrono, nella mente, nello spirito,
nel cuore, nel corpo?
Quale grado di importanza e priorit� � loro riservato?



Citazione:
Messaggio inserito da WildThing







I Devoti di Krishna






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WildThing
Appassionato partecipante

Citt�: Cremona


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Inserito il - 02/07/2006 : 16:05:20  Mostra Profilo
Ciao Your Angel.
Diciamo che il discorso legato alla sofferenza � di grande importanza all'interno della filosofia Cosciente di Krishna.
La sofferenza � il punto di partenza da cui ci si muove quando si diventa devoti.
L'essere umano realizza prima o poi -e naturalmente � preferibile realizzarlo prima- che questo mondo materiale � sostanzialmente un luogo di sofferenza, � possibile sperimentare "sprazzi" di gioia che per� non sono nemmeno lontanamente paragonabili alla gioia vera, propriamente detta perch� DUREVOLE non EFFIMERA che caratterizza la vita nel mondo spirituale abitato dalle anime che hanno raggiunto la liberazione finale.
Questa dimensione materiale � il regno della sofferenza, sostanzialmente perch� non � affatto la dimensione che ci � propria.
"Casa nostra" � Vaikuntaloka, il regno spirituale poich� noi non siamo corpi di materia ma anime spirituali eterne, perci� qua sperimentiamo una condizione di vita che non ci � affatto congeniale, siamo "pesci fuor d'acqua", da qua il discorso della sofferenza, che impregna un p� tutto ci� che facciamo, per quanto da noi indesiderata, la sofferenza in questo mondo in qualche maniera riesce sempre ad inficiare la nostra vita.
Un grande Meastro diceva che l'unica gioia alla quale possiamo ambire in questo mondo materiale non � che il semplice "intervallo tra due dolori".
Le soluzioni che questo mondo materiale offre al fine di fronteggiare la sofferenza sono soluzioni assolutamente effimere, poco utili, possono al massimo diminuire la sofferenza o "dilazionarla" nel tempo, ma certo, non la possono eliminare, in molte forme differenti, alla fine non ci � possibile sfuggire definitivamente alla sofferenza.
Per� la soluzione c'�, esiste. Esiste il modo per mettere fine, una volta per tutte alla sofferenza, le Scritture ci dicono come la sofferenza, in questa dimensione grossolana, di materia, si presenti fondamentalmente sotto tre forme:
1) Adyatmika Klesha: sofferenze che ci derivano da malattie psichiche o fisiche;
2)Adhibhautika Klesha: sofferenze che ci derivano da agenti esterni, che ci attaccano;
2) Adhidhaivika Klesha: sofferenze che ci derivano da condizioni atmosferiche avverse quali inondazioni, catastrofi ambientali ecc.
Per mettere fine alla sofferenza occorre diventare finalmente Coscienti di Dio, questa � la soluzione presentata dalle Scritture, e non � un palliativo, � proprio una soluzione degna di questo nome.
Diventando Coscienti di Krishna, quando lasceremo questa dimensione materiale, saremo automaticamnete elevati ad una dimensione presso la quale anche il concetto stesso di "sofferenza" non ha pi� alcun senso. Una dimensione caratterizzata solo da Sat-cit-ananda: verit�, conoscenza e beatitudine.
Krishna assicura nella Bhagavad Gita "Il mio devoto non perir� mai", e promette che chi si impegna nel Servizio di Devozione al Signore non torner� mai pi� in questo mondo tenebroso caratterizzato da tre ostacoli in cui � imossibile non incorrere: malattia, morte e vecchiaia.
Il dolore � intrinseco al luogo nel quale stiamo vivendo.
Unitamente a ci� la sofferenza ci deriva da cattivo Karma, sono due discorso che corrono parallelamente.
Una persona che vive in modo egoico, in modo dimentico di Dio e della propria realt� spirituale sar� una persona che necessariamente accumuler� cattivo karma. Accumulare cattivo karma significa obbligatoriamente incorrere nella sofferenza, in questa stessa vita oppure in una prossima esistenza.
Per prima cosa quindi, secondo le scritture dovremmo impegnarci ad agire in modo conforme al "dharma", in modo retto, senza mai nuocere alle altre forme di vita, umana o non umana.
Se nuoci, le leggi di natura faranno in modo che da persecutore tu possa in futuro divenire perseguitato, non � possibile sfuggire alla legge del karma. Se oggi uccidi domani verrai ucciso, � una sorta di compensazione.
Cos� come se agisci in modo conforme a "sattva", la virt�, accumulerai karma positivo, quindi avrai diritto ad una certa "dose" di felicit� che ti spetter� di diritto. Quindi come prima norma occorre cercare sempre di agire in modo virtuoso, in modo sattvico.
Diciamo che il Vaishnava non � per� interessato nemmeno a questo.
Si dice che il devoto di Krishna trascenda non solo il karma negativo ma anche il karma positivo. Il devoto non ambisce affatto a poter guadagnarsi tramite azioni virtuose una buona nascita nel futuro, il devoto desidera soltanto una cosa: tornare finalmente a Casa, da Krishna, la dove non esiste nessuna legge del Karma, la dove � possibile solo essere eternamente felice in compagnia del Signore.
Difatti il karma positivo se da un lato pu� darti modo di ottenere una cosiddetta "buona posizione" all'interno di questo mondo materiale, una posizione che ti permetta di soffrire meno, di certo arriva anche ad esaurimento, i buoni frutti delle tue azioni virtuose dureranno solo quanto basta al fine di ottemperare a quelli che sono stati i tuoi meriti. Un p� come accumulare dei crediti. Una volta riscosso ci� che hai diritto di riscuotere tornerai al livello di prima.
Perci� le Scritture ci informano relativamnete al fatto che impegnarsi nell'azione virtuosa � alla fin fine l'ultima trappola che Maya, l'illusione, ci tende. E' anche questa una soluzione effimera. Otterremo soltanto una "calma apparente", saremo alla fine di tutto rigettati nel gorgo della sofferenza.
Impegnarsi invece per abbandonare definitivamente questo mondo materiale e qualificarsi al fine di poter ottenere di vivere nel Regno di Dio, significa poter dire basta a tutto ci� che ruota attorno alla sofferenza. Per far questo come gi� ricordavo basta mettere Dio al centro della nostra vita, soprattutto, � di fondamentale importanza riuscire ad AMARE DIO, raggiungere il livello di "Prema Bhakti", devozione amorosa. Krishna non ci chiede altro al fine di donarci la liberazione definitiva dalla sofferenza.
Ecco perch� il puro Vaishnava � definito da Krishna nella Gita come "il Suo pi� caro Amico".....perch� si presta incessantemente al fine di donare a chiunque il modo, l'unico vero modo esistente, al fine di raggiungere lo stadio della liberazione dalla sofferenza.
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Your AngeL
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Inserito il - 02/07/2006 : 16:19:11  Mostra Profilo

il tocco con il Cuore offerto a un malato nell'anima o nel corpo o nella mente,
� l'alito che soffia nella devozione ai Cieli.
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onirica.parabola
...donando un sorriso

amicizia innocente



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Inserito il - 02/07/2006 : 16:59:31  Mostra Profilo
chiedo umilmente scusa se intervengo anche non essendo sufficientemente ferrata nel buddismo...ma vorrei esporre un mio pensiero....anzi vissuto.

Premetto che davvero e con tutta l'anima rispetto ideologie diverse...purche' tutte riconducibili alla casa di Dio Padre creatore del cielo e della terra.

Avverto una specie di disagio, quasi ci fosse una specie di contabilit�...su azioni meritorie pesi carmici ecc.

Credo che DIO sia Misericordia Infinita e che se trva in me un pentimento totalmente sincero....di fglio che pur consapevole dei propri errori si pente e torna dal Padre...
la sua misericordia cancelli ogni mio errore.
La sua Misericordia � infinitamente pi� grande del mio peccato.
Non ha un bilancino dei conti....lui guarda il mio cuore che ha preso coscienza e si pente.
Non c'� pagina pi� bella del Vangelo di quella della PARABOLA DEL FIGLIO PRODIGO.
CHE IO INVECE CHIAMO DEL PADRE MISERICORDIOSO.
UN PADRE che � attento ...quasi spia il ritorno con le lacrime agli occhi del figlio che ha usato male la sua LIBERTA'.

PER FAVORE PARLATEMI DI MISERICORDIA INDIVIDUALE E COLLETTIVA.

SIAMO TUTTI PERFETTIBILI E DEGNI DI CRESCERE
SUL CAMMINO DI RITORNO ALLA CASA DEL PADRE NOSTR

Grazie
Onirica




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Your AngeL
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Inserito il - 02/07/2006 : 17:05:08  Mostra Profilo
ogni disciplina mistica eccelle in alcuni studi spirituali,
ed � meno ferrata su altri.

Il buddismo e l'induismo hanno dato il massimo della conoscenza sulla rincarnazione, sul Karma e sul trapasso dei morti.

Il Cristianesimo ha addirittura censurato queste Verit�,
ma ha sviluppato la conoscenza della sofferenza, del sacrificio, della Croce, della misericordia e della compassione, espressi con l'Amore del messaggio di Cristo.

Per questo riconoscere l'Armonia e l'integrazione delle discipline mistiche � importante:

perch� ognuna, ha un suo raggio di Luce, che proviene da un unico Sole...


Citazione:
Messaggio inserito da onirica.parabola

chiedo umilmente scusa se intervengo anche non essendo sufficientemente ferrata nel buddismo...ma vorrei esporre un mio pensiero....anzi vissuto.

Premetto che davvero e con tutta l'anima rispetto ideologie diverse...purche' tutte riconducibili alla casa di Dio Padre creatore del cielo e della terra.

Avverto una specie di disagio, quasi ci fosse una specie di contabilit�...su azioni meritorie pesi carmici ecc.

Credo che DIO sia Misericordia Infinita e che se trva in me un pentimento totalmente sincero....di fglio che pur consapevole dei propri errori si pente e torna dal Padre...
la sua misericordia cancelli ogni mio errore.
La sua Misericordia � infinitamente pi� grande del mio peccato.
Non ha un bilancino dei conti....lui guarda il mio cuore che ha preso coscienza e si pente.
Non c'� pagina pi� bella del Vangelo di quella della PARABOLA DEL FIGLIO PRODIGO.
CHE IO INVECE CHIAMO DEL PADRE MISERICORDIOSO.
UN PADRE che � attento ...quasi spia il ritorno con le lacrime agli occhi del figlio che ha usato male la sua LIBERTA'.

PER FAVORE PARLATEMI DI MISERICORDIA INDIVIDUALE E COLLETTIVA.

SIAMO TUTTI PERFETTIBILI E DEGNI DI CRESCERE
SUL CAMMINO DI RITORNO ALLA CASA DEL PADRE NOSTR

Grazie
Onirica






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onirica.parabola
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Inserito il - 02/07/2006 : 17:12:34  Mostra Profilo
Non fraintendetemi...so bene che un figlio che ha utilizzato male il dono della libert�...deve rispondere in termini di giustizia e di sofferenza.
Perch� ogni errore implica un bagaglio di sofferenza ineludibile ed assunzione di responsabilit� nell'aver usato mae i propri doni.
Ma se pentimento e contrizione vera del cuore.
Il PADRE PERDONA ed AZZeRA ...perch� grande � la sua Misericordia.
Pi� grande del mio errore.

E' questa la speranza che mi ha insegnato CRISTO!

" Va e non peccare pi�...ti sono rimessi tutti i tuoi peccati!"

E questo lo pu� fare solo Dio grande in misericordia!!!!

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onirica.parabola
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Inserito il - 02/07/2006 : 17:14:54  Mostra Profilo
Si...ognuno � u raggio di luce....verissimo!

ma Dio PADRE AMORE E MSERICORDIA � UNO e TRINO
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