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Gioia
Moderatrice
    

688 Messaggi |
Inserito il - 30/04/2006 : 23:16:20
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Sono amareggiata per aver sperimentato di persona quanto sia diventata rara una qualità meravigliosa come quella dell'umanità. Per mia sfortuna, l'ho sperimentata più volte in questi ultimi giorni,a discapito di una persona che mi stà tanto a cuore. Ciò che fa più male è l'averlo sperimentato nell'ambiente ospedaliero...dove alla sofferenza, si regala gratuitamente altra sofferenza... Chiaramente parlo della mia esperienza: ho toccato con mano superficialità,disinteresse, assoluta mancanza di sensibilità e per finire arroganza mista a stupidità( a vari livelli).
Ho incontrato anche dei sorrisi( pochi ma sinceri...spesso dei volontari).
So bene che tutto il mondo è paese e non faccio d'ogni erba un fascio,
ma non posso tacere l'enorme disagio misto al dolore provato per l'atteggiamento menefreghista delle persone che lavorano in ambienti dove la gentilezza e la bontà d'animo dovrebbero essere requisiti indispensabili!!! Peccato che a farne le spese, spesso siano gli anziani e le persone sole...
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Gioia |
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opale
onda tenue
    

Regione: Lombardia
Prov.: Bergamo
Città: bergamo
648 Messaggi |
Inserito il - 01/05/2006 : 00:26:25
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Carissima TRISTE,io che per un male senza scampo se cosi si vuol intendere,sono purtroppo abituato a rivolgermi spesso a strutture ospedaliere,capisco la pena che si aggiunge a pena in queste situazioni. Capita anche a mè,in cura da venti e più anni ogni qualvolta mi devo recare nei vari reparti di trovarmi a faccia a faccia con la realtà del nostro servizio sanitario che lascia a desiderare. Forse non tutti comprendono la pazienza che devi sopportare in questi ambienti,le interminabili attese che diventano insopportabili per l'inegudetezza del personale addetto,che mi somiglia più addetto ad una partita a tre sette che alla assistenza del paziente. Svogliati, applicati più ad una mansione di sussistenza più che di assistenza,tanto per tirar sera si impegnano in disquisizioni che vanno dallo SPORT,al sarcasmo sessuale,come se (ed è vero,tutto il mondo è paese)il prossimo sia solamente un oggetto da manipolare ed accomodare secondo i propri bisogni. La sanità nel nostro paese,e chiudo per non porre in uno stato di delirio chi legge,è MISERA,nel vero senso della parola,spazzare la neve ed accudire un ammalato sembra sia la stessa cosa,la professionalità che tanto si proclama sia un essenza della nostra società lavorativa,trova l'esatto opposto proprio in campo statale,dove non siamo più persone bisognose di cure,ma oggetti appositamente creati per il passatempo di individui che vedono come ricompensa del proprio lavoro non una soddisfazione spirituale,ma materiale. Con Tristezza Tuo gg
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Non di solo pane vivrà l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. |
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onirica.parabola
...donando un sorriso
    

1046 Messaggi |
Inserito il - 01/05/2006 : 08:59:16
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Ciao Triste, purtroppo e aggiungo purtroppo, l'umanità nostra è anche questa. Aggiungerei in ogni ospedale scritta a caratteri cubitali la lettera Apostolica del nostro amato Papa Giovanni Paolo II
" SALVIFICI DOLORIS "
(è da leggere e meditare e viverla in prima persona)
Queste pagine hanno una valenza UNIVERSALE! L'uomo che soffre non ha distinzione ne di razza, ne di religione, ne di credo! riporto un pezzettino ma ...ci interroga TUTTI!!!!!
Questa parabola del Buon Samaritano entrerà, infine, per il suo contenuto essenziale, in quelle sconvolgenti parole sul giudizio finale, che Matteo ha annotato nel suo Vangelo: « Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi »(95). Ai giusti che chiedono quando mai abbiano fatta proprio a lui tutto questo, il Figlio dell'Uomo risponderà: « In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me » (96). La sentenza opposta toccherà a coloro che si sono comportati diversamente: « Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me »(97).
ho imparato una lezione importante, stando ogni giorno col mio lavoro accanto alla sofferenza: rispetto,umiltà in punta di piedi, e sorriso per con-dividerlo. E' poco lo so, ma è quello che posso e ho smesso i stare solo a guardare. Che il Signore ci insegni a "sporcarci le mani della nostra debole umanità" ( nel senso del farci carico della nostra ed altrui sofferenza) e non averne mai paura.
      
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Gioia
Moderatrice
    

688 Messaggi |
Inserito il - 01/05/2006 : 10:58:50
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Cari amici, vi ringrazio per la vostra testimonianza di solidarietà. Ho letto le vostre parole con le lacrime agli occhi perchè ho colto nel mio cuore tutta la sofferenza "vostra" che traspare. Sono addolorata per il tuo calvario, carissimo Opale... e che dire a te,carissima onirica... hai citato quelle semplici parole che dovrebbero smuovere le montagne e trasformare coloro che al posto del cuore hanno un sasso!
Il segreto per trasformare certe situazioni stà proprio nelle parole che tu hai citato:
RISPETTO/UMILTA' IN PUNTA DI PIEDI/ E SORRISO PER CON-DIVIDERLO/...
Se tu avessi potuto incontrare il mio sorriso nei momenti più tristi della mia vita...nonostante il mio nik... Vi abbraccio carissimi e sò che non sono sola...
Spero che queste parole facciano riflettere quanti vivono la missione di un lavoro a stretto contatto con il prossimo, soprattutto se sofferente.  |
Gioia |
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